Gas, Cingolani spiega i «piccoli vantaggi» dell’Italia

Li ha definiti così il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani partecipando all’evento di SkyTg24 «Live in Bari»

La possibilità di rendersi indipendenti dal gas proveniente dalla Russia, il Gnl, le rinnovabili e gli scenari futuri. Sono i temi trattati dal Ministero della Transizione Ecologica Roberto Cingolani nel corso dell’evento di SkyTg24 Live in Bari. E l’esponente del governo ha fatto il punto con la chiarezza che lo ha sempre contraddistinto da quando è stato chiamato a gestire uno dei dicasteri più importanti in questa fase storica.

Guerra in Ucraina e gas dalla Russia, in Italia arrivano 29 miliardi di metricubi

La questione delle ultime settimane è evidentemente la necessità di gestire l’approvvigionamento energetico in una fase in cui si punta a diventare indipendenti dalla Russia. «In questo momento, con la crisi della guerra in Ucraina, noi - ha chiarito - dovremo rimpiazzare probabilmente 29 miliardi di metri cubi di gas che provengono dalle importazioni russe. L’Italia utilizzata 70 miliardi di metri cubi all’anno, per cui è una fetta importante».

Chiarito questo punto, in un altro passaggio ha spiegato quelli che sono i punti di uno scenario che accomuna diversi protagonisti della scena continentale. «Tutti i paesi europei - ha evidenziato il ministro - si stanno muovendo per diversificare le forniture in altri paesi. Noi l’abbiamo fatto in anticipo, per fortuna. Questo dovrebbe darci un po’ di vantaggio competitivo».

L’Italia ha 5 gasdotti

Al di là della tempestività, però, il territorio ha un altro beneficio che deriva dalle sue infrastrutture energetiche. «L’Italia - ha ricordato Cingolani - ha cinque gasdotti principali: due da Sud, uno da Est e due da Nord. Per l’Italia è più facile fare accordi con paesi che producono gas, la Germania per esempio ne ha sostanzialmente uno. Il Nord Stream 2 l’ha bloccato. Per il resto deve usare altre fonti d’energia, lo stesso la Francia».

Questo diventa cruciale in relazione alla possibilità di diversificare i paesi da cui importare. «In teoria - ha proseguito il ministro - siamo i più pratici nel poterci allacciare ad un fornitore avendo il tubo che gli arriva in casa. Per gli altri si tratta di comprimere il gas, liquefarlo, portarlo dove serve e poi trasformarlo di nuovo in gas. Sono piccoli vantaggi, non sono grandi vantaggi, che per fortuna in questo momento di grande fretta ci possono aiutare».

Rinnovabili, Cingolani: «Non risolvono il problema tra due, sei o otto mesi»

Trovare nuovi fornitori è una prima strategia che può aiutare a gestire quella che deve essere una fase di transizioni verso altri scenari, sebbene per questi ci sia ancora da attendere anni. «Stiamo - ha spiegato Cingolani - accelerando sulle rinnovabili, però deve essere chiaro che non risolvono il problema tra due mesi, sei mesi, otto mesi. È un piano che dura sette-otto anni. Anche se con la bacchetta magica noi mettessimo immense quantità di rinnovabili oggi non avremmo gli accumulatori per accumulare questa energia che viene prodotta solo quando c’è luce o quando c’è vento. Servono delle reti digitali molto complesse per poter gestire questi flussi discontinui. Stiamo facendo una corsa a creare una infrastruttura in grado di gestire le rinnovabili, ma molto realisticamente ci vorranno anni».

Prima nave per la rigassificazione operativa nel primo semestre 2023

L’altra possibilità è, ovviamente, aiutarsi quantomeno nel breve termine con il Gnl. Una soluzione per la quale servono ovviamente supporti per i processi di rigassificazione. «In questo momento - ha spiegato Cingolani - di fretta si compra o si affitta una nave, fa cinque miliardi di metri cubi all’anno, la ormeggiamo e sappiamo che quando la transizione andrà avanti, la prendi e la mandi via». E c’è già una data per quando la prima potrebbe essere operativa in Italia. Cingolani ha, infatti, indicato il primo semestre del 2023.