Roma, litigano per l’eredità: funerale si trasforma in maxi rissa

Al termine della messa in suffragio di una ottantenne morta in settimana, alcuni suoi parenti sono venuti alle mani per questioni legate all’eredità.

Per l’eredità, tra parenti, spesso si discute e si litiga ma nella stragrande maggioranza dei casi sono liti verbali che si limitano a qualche insulto o accusa. Qualche volta si può arrivare alle mani, ma trattandosi di questioni private succede quasi sempre, per l’appunto, lontano da occhi indiscreti.

La rissa dopo il funerale

Un caso recente fa eccezione: in settimana nel piazzale di una chiesa del quartiere Testaccio a Roma c’è stata una violenta rissa proprio per ‘colpa’ di un’eredità.

Più nello specifico l’oggetto della contesa tra fratelli, cugini e zii è stata l’eredità di una casa di una donna ultra ottantenne venuta a mancare in settimana.

Alla fine della messa, la bara è stata caricata sul carro funebre come da prassi. Proprio a pochi metri dalla macchina, prima che iniziasse il viaggio verso il cimitero, i due capo famiglia hanno iniziato a litigare ad alta voce. Stando a quanto scrive il Messaggero, uno dei due avrebbe detto: “La casa spetta a me”, mentre l’altro avrebbe risposto: La casa è mia e non ti devo niente”.

L’intervento di polizia e sanitari

Dalle parole si è passati alle mani: tra i due sono volati pugni, calci e schiaffi. Per difendere i capo famiglia, sono intervenute anche altre persone (19 in totale) partecipanti al funerale.

Dopo che la situazione è ufficialmente precipitata, qualcuno ha chiamato la Polizia e subito dopo un’ambulanza: una delle presenti si è sentita male, presumibilmente vedendo scene di violenza in un’occasione così solenne.

“Ho soccorso una signora per prima, perché ha avuto un mancamento. Era spaventata. Poi ho richiuso subito il cancello perché la situazione era al limite”, queste le parole del sagrestano a il Messaggero.

“Uno di loro continuava a sferrare pugni nonostante fossero arrivati i poliziotti”, è un altro dettaglio aggiunto dal testimone. “Episodi non giustificabili, era appena stato celebrato un funerale. Io sono mortificato. Tra l’altro era appena trascorso il Natale, sarebbe potuta essere una occasione per appianare vecchi rancori”, ha dichiarato don Maurizio, parroco della chiesa di Roma dov’è successo il fattaccio.