Quota 41 solo a 62 anni, per i nati nel 1960 si ripete la storia dei 1953 e si salvano i 1958

Siamo alle porte della legge di Bilancio e sulle pensioni ancora poco chiare le misure che verranno introdotte, ma la certezza è che saranno dolori per i lavoratori.

Stare dietro a tutte le notizie sulle pensioni che in questi giorni circolano, è difficilissimo. Anzi, parlare di notizie è assai azzardato perché andrebbe usato il termine indiscrezioni. Infatti di questo si tratta, di voci, che però partono da un fatto assodato.

Il governo Draghi è sempre piuttosto rigido,lo sarà anche per le pensioni?

Il governo non è assolutamente intenzionato a produrre misure più favorevoli per i lavoratori rispetto alla quota 100 che saluterà il 31 dicembre prossimo. Anzi, non è favorevole nemmeno a produrre una misura simile alla quota 100. In barba al fatto che si dice sempre che va evitato lo scalone di 5 anni del post quota 100.

Anche se i sindacati e parte della maggioranza di governo sembra vogliano spronare il governo a rivedere le sue idee sulle pensioni, difficile che Draghi e il suo esecutivo cambino rotta. Il governo in queste settimane ha mostrato i muscoli su qualsiasi cosa che ha avuto intenzione di fare, dalla riforma del catasto al Green pass.

E immaginiamo che farà lo stesso con le pensioni, cioè proseguire su quello che ha in mente, ovvero quota 102 per un anno e poi sempre peggio. E si aprono le porte ad altri esodati o lavoratori che subiranno effetti simili agli esodati della riforma Fornero.

La quota 41 per tutti impossibile, si parla di pensione a 62 anni

Alzi la mano chi ha la speranza che il governo assecondi le proposte dei sindacati e dia i natali alla quota 41 per tutti. Ipotesi che man mano che passano i giorni si allontana sempre di più.

Anche perché la quota 41 per tutti, che concederebbe la possibilità di pensionamento a chi si trova ad aver completato i 41 anni di contributi, pur se battezzata flessibile, diventerebbe una misura sostitutiva delle pensioni anticipate che oggi si centrano con 42,10 anni di contributi per gli uomini e 41,10 per le donne.

Più facile, anche se lo stesso complicata, la quota 41 a partire dai 62 anni di età. In pratica verrebbe fuori una misura che concede sì l’uscita con 41 anni di contributi versati, ma solo a chi ha compiuto i 2 anni di età che poi era l’età canonica di quota 100.

Pensione comunque un miraggio per chi pur avendo 62 anni di età nel 2021, non aveva i 38 anni di contributi che la stessa quota 100 prevedeva. E la quota 41, misura che per i suoi fan, è distaccata dai limiti anagrafici come lo sono le pensioni anticipate, viene invece collegata ad una determinata età.

La quota 102 che serve a poco

Altra strada la quota 102, misura che secondo i legislatori potrebbe accorciare a due anni lo scalone di 5 che quota 100 lascia in eredità. Ma l’età sale da 62 a 64 anni e questo taglia fuori una concreta fetta di lavoratori, soprattutto quanti per pochi mesi non hanno completato i 38 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 2021, fattore discriminante per la quota 100.

Con la Legge Fornero i lavoratori maggiormente penalizzati dalle regole imposte nel 2011 furono i nati nel 1953. Persone che erano vicine alla pensione e che per colpa delle novità introdotte dall’allora Ministro del Lavoro Elsa Fornero, persero un treno senza trovarne altri ( a dire il vero poi, i governi successivi salvaguardia dopo salvaguardia corsero ai ripari).

Rischiano la stessa sorte adesso i nati nel 1960 per esempio. Lavoratori che si trovano fuori da quota 100 solo perché non sono riusciti a compiere i 62 anni o a completare i 38 anni di contributi in tempo utile. Come si legge sulle pagine del Giorno, con questa nuova quota che poi diventerebbe 103 nel 2023 e 104 nel 2025, in pensione ci andranno i pochi.

Nel 2022 per esempio, ci andrebbero coloro i quali hanno già nel 2021 raggiunto i 63 anni di età ma che hanno solo 37 anni di contributi versati. Tagliati fuori per esempio, i nati nel 1960 che avevano anche più di 38 anni di versamenti. Si salvano quindi solo i nati nel 1958 che potrebbero comunque uscire nel 2022 a 64 anni. Anche i nati nel 1959 per esempio, dovrebbero aspettare il 2023.