Quadruplo omicidio a Licata: è una strage familiare, l’autore ha tentato il suicidio

Prima ci sarebbe stata una lite basta su motivi di interesse economico

È una vera e propria strage quella che ha scosso la mattinata del 26 gennaio di Licata, centro di 35.000 abitanti in provincia di Agrigento. Un uomo ha ucciso quattro persone, tutte appartenenti alla sua famiglia, e ha provato a togliersi la vita. Tra le vittime ci sono anche due minorenni: un bambino di 11 anni ed un ragazzo di 15.

Quadruplo omicidio e suicidio, cosa è successo a Licata

Un uomo di quarantotto anni ha usato un’arma da fuoco per uccidere prima il fratello, poi la cognata e i loro due figli. Alla base della strage, secondo quelle che sono le prime indiscrezioni emerse, ci sarebbero motivi di interesse legati al contesto familiare. Subito dopo l’uccisione dei quattro familiari, i Carabinieri si sono messi sulle tracce dell’uomo.

Rintracciato telefonicamente con un probabile invito a costituirsi, si sarebbe tolto la vita proprio mentre era in contatto con le forze dell’ordine. Durante la conversazione si sarebbe, in particolare, udito lo sparo. Poco dopo è stato ritrovato agonizzante. Tuttavia, il quarantottenne respirava ancora ed è stato disposto il trasporto in ospedale a Caltanissetta. Le sue condizioni sono gravissime.

Prima della strage di Licata, la lite in famiglia

Il fatto di sangue si sarebbe, in particolare, consumato dopo quella che sarebbe stata una lite scoppiata tra le parti. In conseguenza di questo sarebbe scattata l’azione omicida dell’uomo. Rispetto a quello che sarebbe stato il possibile oggetto del contendere, le prime informazioni trapelate e riportate dall’Ansa parlano del fatto che le discussioni sarebbero nate in relazione a terreni in cui si coltivavano carciofi.

Strage Licata, già avviate le indagini

Sulla vicenda indagano i militari dell’Arma con il coordinamento della procura di Agrigento che stanno provando a scoprire con esattezza quelli che sono i contorni della vicenda e i motivi specifici del terribile gesto. Ad essere sentiti sono stati i familiari delle vittime, mentre le testimonianze raccolte avrebbero confermato il quadro secondo cui gli spari avrebbero seguito una lite, i cui effetti sono stati sentiti da coloro i quali vivevano nella zona. L’arma con la quale sono stati compiuti i delitti, inoltre, risulta regolarmente detenuta dall’autore della strage ed è stata sottoposto a sequestro.