Pensioni, Salvini: «Se in manovra non si fa nulla, torna la legge Fornero. Impensabile»
Presto la legge di Bilancio produrrà quelle che forse sono le modifiche normative più attese tra tutte, quelle sulle pensioni. Non c’è una linea comune in seno alla maggioranza per quanto riguarda gli interventi previdenziali da produrre. Il campo è minato, anche perché nel 2022 c’è la certezza dello stop alla quota 100 che produrrà un vero e proprio terremoto in materia pensionistica.
Ed il governo pare intenzionato a proseguire verso la direzione che porta dritto alla quota 102. Si tratta di un restyling di quota 100, con un peggioramento di due anni dei requisiti della precedente quota 100. Una via che la Lega di Matteo Salvini per esempio contesta.
Nelle ultime ore però, pare che anche il Carroccio abbia rivisto la sua posizione, avallando questo peggioramento ma programmando una grande rivoluzione per il futuro. In pratica occorrerà accettare questo inasprimento dei requisiti, per arrivare alla misura tanto agognata dai lavoratori, ovvero la quota 41 per tutti.
Una rivoluzione per step, che partirà nel 2022 e finirà nel 2026, quando nel progetto leghista si dovrà passare a quota 41 per tutti. Un passo alla volta quindi, con i requisiti pensionistici che peggioreranno nei prossimi anni.
Riforma delle pensioni, ma solo nel 2026, prima sacrifici e inasprimenti
Adesso occorrerà far ingoiare quell’autentico rospo di quota 102 ai sindacati, anche essi contrari alla misura. Di fatto si perdono due anni perché con quota 100 l’uscita partiva dai 62 anni mentre con la quota 102 si parte dai 64 anni. Restano sempre 38 gli anni di contribuzione necessari.
Inoltre, il progetto prevede che nel 2022 ci sarà la quota 102, ma anche questa come la precedente quota 100, sperimentale. Dovrebbe valere solo un anno, per poi essere sostituita da una quota 104.
Infatti si pensa all’introduzione di una misura che preveda l’uscita a 63 anni di età con 41 anni di contributi dal 2023. E sarà una quota 41 con vincolo anagrafico valida per il 2024 e 2025. Poi dal 2026 la vera rivoluzione, con quel superamento della riforma Fornero che è il cavallo di battaglia della Lega ormai da anni.
La quota 41 per tutti, ma solo dopo quota 102 e quota 104
Ricapitolando, le ultime idee di riforma del sistema pensionistico prevedono subito la quota 102, con 64 anni di età e 38 di contributi. Poi, per due o tre anni, la quota 41 con età minima a 63 anni, cioè una specie di quota 104. E dal 2026 via alla quota 41 per tutti.
In pratica dal 2026 si passerebbe alla vera e propria quota 41, quella distaccata da limiti anagrafici. Una misura che servirà a cancellare per sempre la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini o 41 anni e 10 mesi per le donne, come previsto oggi dal nostro ordinamento.