Pensioni anticipate 2022: quota 103 e quota 101 subito, come funzionano le due nuove misure della Lega

La Lega propone correttivi al pacchetto pensione della legge di Bilancio che per via di quota 102 rischia di penalizzare una grande fetta di lavoratori.

Che quota 102 non piaccia lo dimostrano i continui appunti mossi al governo dai sindacati che minacciano la mobilitazione e da partiti interni alla maggioranza come la Lega di Matteo Salvini. Quota 102 infatti assomiglia ad una misura tampone che poi tampone nemmeno lo è visto che non detona se non in minima parte il problema dello scalone di quota 100.

E sul sito “pensionipertutti.it”, che cita fonti della Lega, escono fuori due nuove proposte proprio del Carroccio. Proposte che puntano a limitare i danni che la quota 102 imporrebbe ma che a dire il vero appaiono ancora lontano dalle richieste dei lavoratori e perfino dal cavallo di battaglia leghista di quota 41 per tutti.

La quota 102 è una misura che rischia di penalizzare molti lavoratori

Andare in pensione con quota 102 non significa superare il problema scalone di quota 100. Lo dimostrano i fatti. Se la misura è stata pensata per evitare che chi non ha fatto in tempo a centrare quota 100 entro il 31 dicembre 2021, eviti di dover aspettare i 67 anni per la pensione di vecchiaia, è un fallimento annunciato.

Sono i numeri a dimostrare che qualcosa non andrà per il verso giusto, e come si sa la matematica non è una opinione. Ci saranno una infinità di lavoratori che come il cavallo da corsa che insegue la carota appesa al morsetto, così loro inseguiranno la pensione. Senza mai centrarla se non a corsa finita, ovvero ai 67 anni che segnano il limite per la pensione di vecchiaia.

Chi sarà penalizzato da quota 102

Ci sono i nati nel 1959 che per esempio, non hanno centrato la quota 100 entro la fine del 2021 perché non avevano completato i 38 anni di contributi. E ci sono i nati nel 1960 o dopo, che per una semplice questione anagrafica, non hanno fatto in tempo a compiere 62 anni entro il 31 dicembre 2021.

Tutti soggetti esclusi da quota 100 che resterebbero esclusi pure da quota 102 nel 2022. Infatti serviranno sempre 38 anni di contributi nel 2022, ma l’età sale da 62 a 64 anni. E nel 2023 l’età salirà ancora a 65 o 66 anni, perché già si parla di quota 103 e quota 104. Il nato nel 1959 che per pochi mesi non ha completato i 38 anni di contributi, nel 2022 avrà 63 anni, pochi per la quota 102 a 64 anni.

E nel 2023 avrà 64 anni, pochi per la nuova quota 103 che prevede 65 anni di età. In pratica, inseguimento infinito della pensione e uscita solo a 67 anni con la vecchiaia ordinaria. In altri termini, imbrigliati nello scalone che la quota 102 avrebbe dovuto avere il potere di detonare.

Le nuove proposte leghiste, distanti però dalla quota 41 per tutti

Ed in questo scenario che la Lega chiede interventi, anche se distanti anni luce dal cavallo di battaglia leghista di quota 41 per tutti. Probabilmente consci del fatto che quota 41 per tutti sarà una misura pressoché impossibile da produrre, la Lega ha scelto la via del compromesso, cioè del cercare di salvare il salvabile. Come si legge su Pensionepertutti.it, il carroccio avrebbe proposto due nuove misure. La prima è una quota 41 con limite di età a 62 anni come quota 100.

Solo che con quota 100 potevano uscire lavoratori con 38 anni di carriera, adesso invece ce ne vorrebbero 41. E sarebbe una sorta di quota 103 mascherata da quota 41 per soggetti con almeno 62 anni di età. L’altra soluzione invece sarebbe la quota 101, una soluzione compromesso tra la quota 100 cessata e la nuova quota 102 che ha fatto capolino nella bozza della legge di Bilancio.

Con quota 101 si andrebbe in pensione a 63 anni con 38 anni di contributi. Solo un anno più tardi rispetto a quota 100 e un anno prima rispetto a quota 102. Due soluzioni temporanee quelle che la Lega propone, per prendere tempo in attesa che il 2022 porti a una discussione su una vera riforma delle pensioni.