Pensioni 2022: quota 98, mix tra quota 100 e Ape Sociale, come funziona?

Tutelare determinate categorie di lavoratori porterebbe ad in anticipo dell’anticipo per i gravosi.

Ed alla fine, nonostante tutto, qualcosa di buono in materia pensioni potrebbe arrivare con la prossima legge di Bilancio. Col governo che ha spostato la sua attenzione, inevitabilmente verso il Covid e la campagna vaccinale, interventi in materia previdenziale non sono scontati.

E poi c’è da fare i conti con i diktat europei, più rigidi del solito per via dei soldi del Recovery Fund. Lariforma del sistema previdenziale non vedrà quasi certamente i natali nella imminente legge di Bilancio 2022.

Manovra finanziaria che però avrà come sempre un suo pacchetto pensioni. E qualche novità dovrebbe comunque arrivare. Certo, non la quota 41 per tutti e nemmeno la pensione flessibile a 62 anni. Saranno per lo più interventi mirati a determinate categorie di soggetti.

Pensioni 2022, il primo passo sarà la proroga di alcune misure

Quando ci si trova in una situazione del genere, con difficoltà sostanziali a riformare un sistema previdenziale pieno di contraddizioni e con una misura che va in soffitta come quota 100, i margini di manovra sono ristretti.

Mancano poche settimane alla stesura della legge di Bilancio. Praticamente impossibile varare le famose quota 41 per tutti e la flessibilità in uscita dai 62 anni.

Con buona pace dei sindacati, che continuano il pressing per queste due misure, i campi di intervento in manovra saranno altri e meno radicali. Detto di quota 100 che scomparirà, nella manovra ciò che farà capolino saranno probabilmente, la proroga di opzione donna e dell’Ape sociale.

Anche queste due misure scadono a fine 2021 come quota 100, ma sono misure che costano poco rispetto alla quota 100. Il loro rinnovo è assai probabile perché riguarda alcune tra le categorie meritevoli di tutela come le donne e i lavori gravosi.

La quota 98 limitata come categorie è fattibile?

Proprio per i lavori gravosi potrebbe arrivare una novità che sembra sottile ma che potrebbe essere piuttosto importante. I lavori gravosi sono gli addetti alle 15 categorie che rientrano nel perimetro di applicazione dell’Anticipo pensionistico sociale o della quota 41 precoci.
Si tratta di:

  • Operai industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
  • Conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
  • Conciatori di pelli e di pellicce;
  • Conduttori di convogli ferroviari e personale ferroviario viaggiante;
  • Conduttori di mezzi pesanti e camionisti;
  • Professioni sanitarie come ostetriche delle sale parto o infermieri delle sale operatorie;
  • Addetti all’assistenza di persone in condizioni di non autosufficienza;
  • Insegnanti della scuola dell’infanzia e educatori degli asilo nido;
  • Facchini, addetti allo spostamento merci e simili;
  • Personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
  • Operatori ecologici e addetti alla raccolta e separazione dei rifiuti;
  • Operai dell’agricoltura, della zootecnica e della pesca;
  • Pescatori;
  • Operai siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti ai lavori ad alte temperature;
  • Marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini ed acque interne.

Lasciando da parte eventuali estensioni di platea, di cui si ragiona per allargare ad altre categorie determinati vantaggi, si parla pure di un restyling dei requisiti.

Infatti per questi potrebbe arrivare una specie di quota 98. In pratica per chi svolge lavori gravosi o usuranti, si parla di consentire loro uscite con combinazione 62+36.

Un mix tra quota 100 e Ape Sociale, perché l’età pensionabile sarebbe quella di quota 100 e le categorie a cui destinare l’uscita sarebbero quelle dell’Ape Sociale con lo stesso numero di anni di contributi da versare.