Pensioni 2022 per i nati fino al 1960, la ricetta dei sindacati

Quota 41 e flessibilità dai 62 anni, i sindacati pensano al post quota 100

Nel 2022 addio a quota 100 ma per evitare lo scalone, la ricetta è già bella e pronta. Infatti da tempo i sindacati spingono affinché l’età pensionabile resti quella a 62 anni anche senza la quota 100. E naturalmente si parla di una misura flessibile senza necessariamente avere una dote esagerata di contributi come invece prevedeva la quota 100.

Ed a questa misura flessibile, sempre i sindacati affiancherebbero molto più che volentieri, la quota 41 per tutti. Tradotto, una rivoluzione senza precedenti, con una fattibilità tutta da dimostrare. Ma i sindacati ci puntano davvero. Lo dimostrano recenti affermazioni da parte della Cgil.

Pensioni 2022, da evitare lo scalone di 5 anni

Ricapitolando, il problema principale resta quello del post quota 100. Infatti la misura sta per chiudere definitivamente i battenti. In scadenza il 31 dicembre prossimo, solo chi riuscirà a raggiungere il doppi requisito entro tale data potrà sfruttare la misura subito o al massimo, negli anni successivi con lo strumento della cristallizzazione del diritto.

E senza quota 100, bastano pochi giorni di differenza come data di nascita tra i nati sul finire del 1959 ed i nati all’inizio del 1960, per spostare la data di uscita dal mondo del lavoro di 5 anni. E’ questo il cosiddetto scalone, lo spauracchio da evitare assolutamente.

Ed i sindacati chiedono che l’età pensionabile resti quella minima di quota 100, perché puntano decisi sulla flessibilità in uscita a 62 anni di età con 20 anni di contributi.

E sarebbe solo così che nessuno ci rimetterebbe niente, anzi, visto il minor numero di contributi da accumulare (da 38 anni per quota 100 a 20 anni per questa ipotetica flessibilità previdenziale), ci sarebbe chi oggi è escluso da quota 100 ma domani potrebbe trovare conveniente uscire con la nuova misura.

Per il momento siamo solo nel campo delle proposte, perché tra governo e sindacati prima di tutto non c’è intesa e poi, ancora si è in attesa dei nuovi summit. E non c’è accordo nemmeno per l’altra misura che le parti sociali vorrebbero, cioè per la quota 41 per tutti.

Pensioni: cosa chiede la Cisl

Dal punto di vista dei sindacati, la posizione sembra largamente condivisa da tutte le sigle. Infatti ciò che ha detto qualche giorno fa Luigi Sbarra della Cisl, intervenuto ad una manifestazione unitaria dei sindacati, è lo stesso che da tempo asseriscono i colleghi sindacalisti.

«Occorre aprire un tavolo per scongiurare lo scalone di cinque anni dal 1° gennaio del 2022 e ricostruire un sistema previdenziale che sia davvero sostenibile, stabile e inclusivo. Dobbiamo neutralizzare il rischio dello scalone e aspettiamo di essere convocati ma bisogna farlo presto. La nostra proposta è chiara, introdurre elementi di flessibilità in uscita a partire da 62 anni e 41 anni di contributi bastano e sono sufficienti a godersi il sacrosanto diritto alla pensione» , queste le affermazioni del sindacalista Cisl.