Pensioni 2022: nel misto 67+20, nel contributivo 64+20, uscite confermate

Non cambia nulla per le uscite con le pensioni ordinarie, e restano le differenze tra lavoratori del sistema misto e lavoratori del sistema contributivo

Nel sistema previdenziale con la nuova legge di Bilancio cambierà poco rispetto ad oggi. Se si esclude lo stop a quota 100 (ma diritto confermato per chi rientra nella cristallizzazione) e il probabile passaggio alla quota 102, il resto rimane inalterato.

Per il 2022 le pensioni anticipate ordinarie e quelle di vecchiaia restano in vigore e saranno i canali di uscita da utilizzare per chi non rientra negli scivoli e nelle deroghe alternative.

E restano in pieno anche le differenze in termini di uscita, tra contributivi e tra misti, cioè tra i lavoratori con il primo versamento successivo al 1995 e tra lavoratori con il primo versamento antecedente tale data.

La pensione 2022 per i lavoratori nel sistema misto

I lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima della riforma Dini, cioè prima del 1° gennaio 1996, sono lavoratori misti, nel senso che rientrano nel sistema misto delle pensioni. Per chi invece ha iniziato a lavorare dopo, si parla di contributivi puri, perché hanno diritto al calcolo della pensione solo con il sistema contributivo.

Lasciando da parte le regole di calcolo, occorre sottolineare che tra misti e contributivi cambiano anche le regole per lasciare il lavoro. Cambiano le misure pensionistiche. Ci sono notevoli differenze in materia previdenziale tra queste due aree di lavoratori. Chi rientra nel sistema misto, nel 2022 potrà accedere a:

  • Pensione di vecchiaia al completamento di 67 anni di età e 20 anni di contributi;
  • Pensione anticipata ordinaria senza limiti di età per gli uomini con 42 anni e 10 mesi di contributi e per le donne con 41 anni e 10 mesi dio contributi;
  • Quota 41 per i lavoratori precoci (un anno di contributi prima dei 19 anni di età) se disoccupati, oppure invalidi, o caregivers, o ancora, lavoro gravoso).

Sistema contributivo, cosa c’è per i lavoratori nel 2022

Per i contributivi puri, lavoratori assicurati nel sistema interamente contributivo e quindi con carriera iniziata dopo il 31 dicembre 1995, cambiano alcune regole. Molte delle misure sono identiche. Ciò che cambia sono alcuni requisiti ed alcune condizioni di accesso.

Per esempio, non basta avere 67 anni di età e 20 anni di contributi per centrare la pensione di vecchiaia ordinaria come per un lavoratore nel misto. Inoltre, ci sono alcune misure dedicate espressamente ai lavoratori privi di carriera prima del 1°gennaio 1996, come la specifica pensione anticipata contributiva. Nello specifico per i contributivi abbiamo:

  • Pensione di vecchiaia con 67 anni di età e 20 anni di contributi ma solo se assegno liquidato pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale;
  • Pensione di vecchiaia con 71 anni di età e con 5 anni di contribuzione;
  • Pensione anticipata contributiva con 64 anni di età, con 20 anni di contribuzione e con assegno liquidato pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale.

Per i contributivi resta invariata la possibilità di accedere alla pensione anticipata ordinaria, e pure alla quota 100 o alla quota 102 se davvero farà capolino nella manovra. Ma si tratta di misure ipotetiche, perché un contributivo puro che ha iniziato a lavorare nel 1996, non potrà certo raggiungere nel 2022 i 42,10 o 41,10 anni di versamenti necessari per la pensione anticipata ordinaria. E nemmeno i 38 anni di contributi che la quota 100 prima e la quota 102 poi prevedono.