Pensioni 2021: come si calcola la pensione di vecchiaia?

Come funziona il sistema di calcolo della pensione e cosa cambia in base alla data in cui si sono versati i contributi

Il sistema previdenziale italiano anche se è ormai entrato in pieno nel metodo contributivo di calcolo delle prestazioni pensionistiche, vive in una fase che possiamo definire di transizione. Infatti, escludendo i lavoratori cosiddetti “contributivi puri”, tutti gli altri godono di un calcolo della pensione con il sistema misto.

Si tratta di un calcolo che utilizza in parte il sistema contributivo ed i parte il sistema retributivo, cioè i due sistemi di calcolo che negli anni hanno determinato l’ammontare dei trattamenti pensionistici erogati agli italiani.

La pensione di vecchiaia 2021

La pensione di vecchiaia è quella misura che si centra una volta raggiunta l’età pensionabile vigente ed una volta raggiunti i 20 anni di contributi previdenziali versati. Anche nel 2021 la pensione di vecchiaia prevede i 67 anni di età come soglia anagrafica da centrare.

La pensione di vecchiaia è una misura destinata agli iscritti all’Ago (Assicurazione generale obbligatoria), ai fondi sostitutivi, esclusivi ed esonerativi della medesima ed alla Gestione separata Inps. Quando si parla di 20 anni di contributi, a qualsiasi titolo versati, si parla di 1040 settimane di contribuzione.

Ci sono deroghe al requisito dei contributi, perché la pensione di vecchiaia può essere centrata con 15 anni se si rientra nelle deroghe Amato o nella Opzione Dini, ma in linea di massima senza aver completato i 20 anni di contribuzione la porta della pensione di vecchiaia slitta da 67 a 71 anni (questo per il 2021), quando invece di contributi versati basteranno 5 anni.

Come vengono calcolati gli importi delle pensioni di vecchiaia

I lavoratori che non hanno una anzianità di carriera antecedente il 1996, si vedranno la pensione calcolata con il sistema contributivo. Parliamo dei contributivi puri prima citati, soggetti il cui primo versamento di contributi risale a data successiva rispetto al 31 dicembre 1995.

Il calcolo interamente contributivo della prestazione previdenziale è utilizzato anche per i lavoratori che utilizzano per scelta, l’Opzione Dini o un’altra forma di pensione contributiva o da chi è iscritto alla Gestione separata.

Per chi invece ha carriera partita prima del 1996, l’importo del trattamento previdenziale spettante varia ed è collegato, al periodo temporale in cui sono stati accreditati i contributi. Infatti una parte del periodo di contribuzione utile alla pensione verrà calcolato con il sistema retributivo ed una parte con il sistema contributivo.

Il sistema retributivo è basato sulle ultime retribuzioni ottenute, mentre il sistema contributivo si basa sul montante dei contributi versati e passato per dei coefficienti tanto meno favorevoli, quanto prima si lascia il lavoro. Il sistema retributivo è più vantaggioso di quello contributivo.

Il calcolo retributivo della pensione si applica a coloro che possiedono tutti i 20 anni di contributi accreditati già alla data del 31 dicembre 1995. Infatti con l’entrata in vigore del metodo contributivo, rafforzato poi con la riforma Fornero, in base ai contributi versati prima del 1996 si ha diritto ad un calcolo differente, cioè il calcolo misto.

La pensione viene calcolata con il sistema contributivo per la parte di contribuzione versata a partire dal 1° gennaio 1996 per chi ha meno di 18 anni di versamenti prima di tale data. Per chi invece ha almeno 18 anni di contributi antecedenti il 1996, la parte di pensione calcolata con il sistema contributivo sarà per i periodi di contribuzione successivi al 31 dicembre 2011.