Pensioni 2020: in pensione i nati dal 1953 al 1965, ecco chi può lasciare il lavoro e con quale misura!

In pensione nel 2020 in base all’anno di nascita, ecco tutte le opportunità e tutte le misure.

Chi potrà andare in pensione nel 2020? questa è una delle domande più frequenti ma anche più difficili a cui rispondere. La miriade di prestazioni previdenziali ed assistenziali di cui è composto il nostro sistema pensionistico, da una vasta gamma di soluzioni per accedere al pensionamento. Con le conferme di alcune misure in legge di Stabilità e con il congelamento dell’età pensionabile anche per il 2020, vediamo quali sono le misure che si possono sfruttare nel 2020 e chi può sfruttarle in base alla data di nascita.

I nati nel 1953 i prossimi ad uscire con la pensione di vecchiaia

Anche per l’anno appena entrato, i requisiti utili alle pensioni di vecchiaia sono identici a quelli 2019. Per centrare questo tipo di prestazione, a prescindere dal sesso del richiedente, servono non meno di 20 anni di contributi e non meno di 67 anni di età. In base a questi requisiti, nel 2020 potranno accedere alla pensione di vecchiaia Inps i nati nel 1953, quelli che per intenderci, compiono i loro 67 anni di età, da gennaio a dicembre del corrente anno.

Per i nati nel 1953 restano in vigore, anche se con determinate ed ostative condizioni, anche le tre deroghe Amato e l’opzione Dini, per le quali, fermo il requisito dei 67 anni di età, potrebbero bastare 15 anni di contributi. In assenza di contribuzione, o con una contribuzione inferiore a 20 anni (oppure a 15 per le deroghe alla legge Fornero di Amato e Dini), sempre per i nati nel 1953 c’è l’assegno sociale, la prestazione assistenziale appannaggio di soggetti con redditi al di sotto di una determinata soglia.

Le pensioni anticipate senza limiti di età

La misura che una volta si chiamava pensione di anzianità e che dalla Fornero fu ribattezzata pensione anticipata, non prevede un limite di età per poterla centrare. C’è da rispettare solo il requisito contributivo che per il 2020 sarà di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. In uscita dunque, chiunque raggiunga tale soglia, anche i «più giovani», come le donne del 1965 o gli uomini del 1964.

Infatti, chi è riuscito ad entrare nel mondo del lavoro intorno ai 14 anni di età ed ha avuto una carriera lavorativa continua, potrà accedere alla pensione anticipata senza limiti di età. Una misura aperta quindi anche a donne di 55 anni o uomini di 56. E se si tratta di persone in condizioni di disagio reddituale come i disoccupati, o di salute come gli invalidi o i caregivers, o se si tratta di persone alle prese con lavori gravosi, c’è anche il cosiddetto scivolo per precoci. La misura è quota 41, che come facile capire, si centra con 41 anni di contributi versati senza considerare alcun vincolo anagrafico.

Ape social e quota 100, bastano 63 e 62 anni di età

Per i nati nel 1957, cioè quelli che compiono 63 anni tra gennaio e dicembre 2020, resta vigente l’Ape sociale. Misura destinata alle stesse categorie di disagiati della quota 41 di cui parlavamo nel paragrafo precedente. Servono 30 anni di contributi se il richiedente è disoccupato, invalido o con invalidi a carico, e ne servono 36 per i lavori gravosi. Per i nati nel 1958 invece, si entra nel circuito di quota 100, la tanto discussa misura che sarà sfruttabile anche nel 2020 e che consente l’accesso alla pensione con 62 anni di età e con 38 di contributi.

Altre categorie agevolate

Per i nati nel 1958 e nel 1959, che compiono 61 anni e 7 mesi nel corrente anno, c’è la pensione con quota 97,6. Si tratta della pensione per usuranti e per lavori notturni, che si centra una volta raggiunti i 35 anni di contributi, i 61,7 anni di età e contestualmente la quota 97,6 (ma per i notturni la quota varia in base alle notti di lavoro nell’anno lavorativo). Per i nati nel 1956, possibile accedere alla pensione di vecchiaia anticipata. Si esce a 64 anni con 20 di contributi, ma a condizione che la pensione erogata sia di importo pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale.

Per i nati nel 1959, se invalidi con almeno l’80% di riduzione della capacità lavorativa, al compimento del 61° anno di età si può anticipare la quiescenza con 20 anni di contributi. Per le donne la stessa misura è ancora più vantaggiosa, perché consente l’uscita a 55 anni, e cioè, relativamente al 2020, possono uscire le nate nel 1965. In vigore nel 2020 resta anche opzione donna, che permette la pensione anticipata a lavoratrici nate nel 1960 e 1961. Con questa misura, possono andare via dal lavoro le donne con 58 o 59 anni di età, a seconda che siano lavoratrici dipendenti o lavoratrici autonome. I requisiti, come è evidente, vanno completati entro la fine del 2019.