Pensioni, Salvini: «Se in manovra non si fa nulla, torna la legge Fornero. Impensabile»
È vero, con le novità della legge di Bilancio il sistema ha perso una misura che consentiva l’anticipo a 62 anni ed ha guadagnato un’altra misura che invece permette un anticipo dai 64 anni di età. Le pensioni si allontanano quindi anche per i quotisti, passati da quota 100 a quota 102.
Ma tra proroghe di alcune misure che dovevano scadere il 31 dicembre scorso (Opzione donna ed Ape sociale) e misure strutturali, non mancano le possibilità di pensionamento anticipato rispetto alla pensione di vecchiaia a 67 anni.
Tra queste misure sicuramente lo scivolo usuranti, quella che sul sito istituzionale dell’Inps è definita come «Benefici previdenziali per gli addetti a lavori usuranti». Una misura particolare come platea di riferimento e come struttura della misura.
La pensione in regime usuranti va approfondita meglio, anche perchè ci sono alcune sfaccettature della misura che possono portare gli eventuali beneficiari e i richiedenti, ad essere tagliati fuori o a subire una perdita in termini di mesi di pensione.
La pensione in regime usuranti, età 61,7 e contributi 35 anni, ma con quota 97,6
La pensione in regime lavoro usurante è la misura che consente di «accedere alla pensione anticipata con requisiti agevolati». Una misura che riguarda tanto i dipendenti pubblici che quelli privati, a condizione che svolgano un’attività lavorativa tra quelle previste dalla normativa vigente e considerate particolarmente faticose e pesanti.
Nello specifico la misura è appannaggio di:
- Lavoratori alle prese con mansioni particolarmente usuranti;
- Lavoratori notturni;
- Addetti alla linea catena;
- Autisti dei mezzi di trasporto pubblico di mezzi con capienza complessiva non inferiore a nove posti.
Ancora più nel dettaglio, per mansioni usuranti si fa riferimento a:
- Attività svolta in gallerie, cave o miniere;
- Lavori svolti in cassoni ad aria compressa;
- Palombari;
- Attività svolte con esposizione alle alte temperature (addeti ai forni refrattari, fonderie e così via);
- Lavori di trasformazione del vetro cavo;
- Attività svolte in spazi ristretti e angusti;
- Attività collegate all’asportazione dell’amianto”;
- Lavoro in turni o per tutta la giornata, effettuato nelle ore notturne.
Requisiti per la pensione usuranti
La misura è strutturale ed i suoi requisiti sono congelati fino al 2026. Pertanto, si può accedere alla pensione anticipata una volta raggiunti i 61 anni e 7 mesi di età ed una volta raggiunti i 35 anni di contributi.
Entrambi i due requisiti sono quelli minimi da centrare, fermo restando il fatto che contestualmente occorre completare pure la quota 97,6, per la quale sono utili anche le frazioni di anno. Va ricordato che per i lavoratori autonomi la quota sale a 98,6 e l’età sale a 62,7.
Un capitolo a parte riguarda i notturni, perché l’età minima di accesso e la quota cambiano con il cambiare delle notti di lavoro effettuate. Nel dettaglio abbiamo:
- Quota 97,6 e 61,7 anni di età per i notturni impegnati per tutto l’anno in lavori tra le 00:00 e le 05:00 del mattino o per più di 77 giornate lavorative all’anno;
- Quota 98,6 e 62,7 anni di età per i lavoratori notturni che per ogni anno di lavoro svolgono tra 72 a 77 giornate di lavoro tra le ore 00:00 e le 05:00;
- Quota 99,6 e 63,7 anni di età per i lavoratori notturni che per ogni anno di lavoro svolgono tra 64 e 71 giornate di lavoro tra le ore 00:00 e le 05:00;
Occhio alla domanda, a marzo una scadenza fondamentale
Per chi avrebbe diritto ad accedere a questo scivolo, le scadenze diventano fondamentali. A differenza di tante altre misure previdenziali, che prevedono domande in prossimità del raggiungimento dei requisiti, se non immediatamente dopo, la pensione usuranti ha necessità di un passaggio in più.
La domanda deve essere presentata entro il primo maggio dell’anno precedente quello in cui si completano i requisiti. In pratica, per i lavoratori che completeranno i requisiti nel corso del 2022, la domanda andava presentata entro il primo maggio 2021, così come andrà presentata entro il prossimo primo maggio prossimo per chi raggiunge i requisiti nel 2023.
La domanda in questione è quella di riconoscimento dei benefici per lavoratori addetti ad attività lavorative particolarmente faticose e pesanti. La domanda fuori tempo massimo, fa perdere soldi.
Infatti la decorrenza si sposta fino a 3 mesi per le domande presentate oltre quel termine. Dal punto di vista del beneficio però non si perde il diritto alla pensione, anche se poi si va a finire nel perimetro delle risorse.
La misura infatti viene annualmente rifinanziata e non è detto che per domande troppo tardive i soldi bastino per rispettare la liquidazione nell’anno di riferimento.