Pensione 2022 a 61 anni esatti per gli uomini e 56 per le donne, quando è possibile

Nettamente in anticipo rispetto alle regole ordinarie, la pensione può essere percepita per chi ha una disabilità pari ad almeno l’80%.

Ci sono misure e possibilità che offrono pensioni con largo anticipo rispetto alle regole ordinarie. Misure spesso poco note o sconosciute. Infatti in linea di massima il credo collettivo della popolazione lavorativa che cerca soluzioni per accedere alla pensione è quello delle misure ordinarie.

La pensione di vecchiaia o quella anticipata, o al più, le varie quota 100, quota 102, magari quota 41 o l’Ape sociale, ma poco altro. Ci sono misure però che consentono un anticipo perfino migliore di alcune deroghe o scivoli prima indicati.

Una di queste è la pensione di vecchiaia anticipata con invalidità, una misura che consente anche di anticipare la pensione a 61 anni, ben 6 anni prima della pensione di vecchiaia (anche se come vedremo effettivamente si tratta di 5 anni di anticipo).

Una misura questa addirittura migliore anche per le donne ed anche rispetto ad Opzione donna che permette uscite a 58 o 59 anni a seconda che si tratta di lavoratrice dipendente o autonoma. Infatti la pensione di vecchiaia anticipata per invalidi alle donne permette l’uscita dai 56 anni di età.

Pensione con invalidità, le regole per uscite a 56 o 61 anni

Per determinati invalidi che hanno una percentuale d’invalidità pari o superiore all’80%, la possibilità di pensionarsi scatta a 61 anni per gli uomini e 56 anni per le donne.

Basta aver maturato in ogni caso, i 20 anni di contribuzione minima che per esempio è anche l’età contributiva minima per la pensione di vecchiaia ordinaria.

Va ricordato che per questa misura resta il meccanismo della finestra mobile che sposta la decorrenza del trattamento di 12 mesi rispetto alla maturazione dei requisiti e quindi al diritto alla prestazione.

L’anzianità di contribuzione accumulata scende a 15 anni per i soggetti che rientrano nelle tre deroghe Amato. Un’informazione che diamo nonostante ormai siano davvero pochi i soggetti che vi rientrano, come si potrà vedere facilmente dai requisiti utili.

Infatti per rientrare nelle tre deroghe Amato occorrono:

  • 15 anni di contributi versati prima del 1992 cioè esattamente 780 settimane di contribuzione (prima seconda e terza deroga Amato);
  • Autorizzazione al versamento dei contributi volontari concessa entro il 24 dicembre 1992, anche se non si è mai versato nulla (seconda deroga Amato);
  • Almeno 25 anni di anzianità di contribuzione, cioè il primo versamento deve essere 25 anni prima (terza deroga Amato);
  • 15 anni di contributi effettivi da lavoro dipendente, senza figurativi da disoccupazione e malattia (terza deroga Amato);
  • 10 anni di lavoro svolti con contribuzione inferiore alle 52 settimane per anno(terza deroga Amato).

Cos’è l’invalidità pensionabile

E veniamo al principale requisito utile a questa misura, ovvero alla invalidità. Non si parla di invalidità civile, cioè di quella certificata dalla commissioni mediche Asl che permettono l’accesso alla indennità di accompagnamento piuttosto che alla pensione di inabilità civile. Parliamo di invalidità pensionabile.

La pensione di vecchiaia anticipata per gli invalidi è appannaggio dei lavoratori iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria dell’Inps (AGO), tranne che per gli autonomi, che sono si iscritti all’AGO, ma nello specifico alla gestioni speciali dei lavoratori autonomi. Ok anche per gli iscritti alle forme di previdenza sostitutive ed inclusive dell’AGO.

L’invalidità pensionabile è quella certificata dalle competenti commissioni mediche dell’Istituto Previdenziale. Infatti è l’Inps che deve confermare il riconoscimento dello stato di invalidità valutando la riduzione della capacità lavorativa dell’interessato, in base alle mansioni del lavoratore ed alle sue attitudini.