Opzione donna: quale futuro per le lavoratrici? Situazione più difficile per le 1500 donne nate nel 1961, le cosiddette «escluse»

La situazione delle lavoratrici nate nel 1961 rimane incerta. Opzione Donna sembra per loro utopia.

Sembra che ci siano buone notizie in arrivo per le lavoratrici che vorrebbero uscire dal mondo del lavoro aderendo ad OD (opzione donna). Quest’ultima è un regime sperimentale che è stato introdotto nel 2004 con la legge Maroni e che non ha subito i cambiamenti introdotti dalla legge Fornero. Con opzione donna è possibile per le lavoratrici andare in pensione a 59 anni di età, se autonome e a 58 anni d’età, se dipendenti (entrambe le categorie devono avere versato almeno 35 anni di contributi). L’importo dell’assegno pensionistico viene calcolato col metodo contributivo.

Durigon, proroga di OD: Armiliato dubbiosa, Viscovich fiduciosa

Durante il suo convegno a Torino, che si è tenuto pochi giorni, fa l’onorevole Durigon si è espresso su opzione donna e sulla sua proroga con annessione delle escluse. La Viscovich, amministratrice del gruppo su Facebook «opzione donna le escluse», a corredo del post pubblicato sul famoso social network, mostra tre foto nelle quali compare il capo segreteria del sottosegretario, Raffaella Fontana. Le foto vogliono testimoniare quanto il colloquio sia stato positivo. Raffaella Fontana ha sostituito Claudio Durigon, che era momentaneamente impegnato in una seduta alla Camera. Durante il colloquio ella ha confermato le parole dell’onorevole sulla prosecuzione della misura OD anche nella prossima legge di Bilancio.

La Viscovich asserisce che è impossibilitata nel dubitare dell’impegno serio e fondato che il sottosegretario al Lavoro si è preso con le sue parole. Ma a dispetto di ciò non abbasserà la guardia fino a che l’obiettivo non sarà raggiunto e non saranno incluse nelle platea delle potenziali beneficiarie di OD anche le nate nel 1961. Orietta Armiliato,amministratrice del CODS, ha scritto una lettera all’onorevole Durigon. Armiliato si dice dubbiosa sul fatto che le promesse da lui fatte possano divenire realtà. La fondatrice responsabile del comitato opzione donna social asserisce che negli archivi della Camera dei deputati e del Senato, fin dal 2013, ci sono almeno una dozzina di ordini del giorno tutti funzionali alla proroga della misura OD. Essi, però, sono semplici atti di indirizzo che non impegnano niente e nessuno e quindi non sa se danno obbligo che dalle parole si possa passare a fatti vincolanti. Armiliato lamenta che le intenzioni non siano ben chiare e sembrerebbe a una prima visione che l’estensione sia solo per le natenel 1961.

Orietta Armiliato si esprime sull’Ordine del Giorno dell’on. Spadoni

Orietta Armiliato, amministratrice del gruppo Facebook Comitato Donna Opzione Social, si è così espressa sull’Ordine del Giorno dell’on. Spadoni:" Visto che ancora si discute e ci si interroga circa l’Odg AR/70 a firma Spadoni, Amitrano (M5S) e che ha generato articoli e discussioni controverse, lo propongo integralmente così come é pubblicato fra gli atti ufficiali, residenti nel sito istituzionale della Camera dei Deputati.
Certo é che il riferimento alle 1500 donne nate nel 1961 e rimaste escluse citate nell’odg fosse solo per rilevare il numero di coloro che risultano disoccupate alla data del 31.12.2018, in effetti non é di immediata interpretazione e, legittimamente, qualche dubbio lo ha creato, sebbene poi sia stata acclarata la natura di quel numero e dunque il problema di incomprensione sia stato superato.

Ciò detto, però, quello che dovrebbe far riflettere anche in virtù dei toni trionfalistici con i quali l’on.Spadoni ha diffuso la notizia utilizzando il suo profilo FB, é che tale ordine del giorno (e lei correttamente lo segnala nel suo post) é stato accolto come “RACCOMANDAZIONE” ma, non solo, come prima firmataria ha anche rinunciato al voto che poteva in qualche modo assegnare all’atto di indirizzo, una maggior dignità.
Sappiamo che un “Ordine del Giorno”, in generale, é solo un atto di indirizzo e dunque non vincola in alcun modo il Governo ma, quello sul quale é necessario porre l’accento é che è stato sí accolto dal Governo che però gli ha assegnato il livello di ‘impegno’ più basso possibile tant’è che nel linguaggio parlamentare, la “raccomandazione” é considerato un atto di mera perorazione e nulla più.
Infatti, la natura degli “ordini del giorno” di istruzione al Governo, si differenzia per i diversi gradi di valore assegnati, in relazione al fatto di essere assunti agli atti come “raccomandazione”, “accolti”, accettati” o “approvati” ed è significativo il fatto che esiste un ufficio, all’interno delle Camere, che archivia e gestisce tutti gli Odg che sono stati rubricati come “accettati” o come “accolti”, mentre IGNORA quelli che sono stati accolti come “raccomandazione”.

Ora: ditemi voi se la sottoscritta, così come tutti voi immagino, non ha più che ragione di indignarsi sia con chi, seduto in parlamento, propaganda questo documento come se fosse un impegno inderogabile, importante e vincolante, sia con chi nei gruppi sollecita le persone alla speranza di poter avere il prossimo anno un’ulteriore proroga della misura, per le donne nate nell’anno 1961, sulla base di atti come questo o di assicurazioni verbali enunciate qua e là da coloro che vanno in giro per il Paese a rappresentare e fare campagna elettorale al partito cui riferiscono.
Riflettiamo Signore, prima di riporre speranze in un qualche provvedimento e prima di lanciare malevoli anatemi a chi prova a fare in modo di aiutarvi a non incrementare false aspettative, dopodiché ognuno agisca come meglio crede ma, con consapevolezza".