Multe stradali e bollo auto: condonate cartelle e ganasce fiscali!

Nuova sentenza della Cassazione in materia di fermo amministrativo. La Suprema Corte ha sancito l’illegittimità del fermo amministrativo derivante da cartelle esattoriali di bassi importo per multe non pagate o per bollo auto evaso. In pratica, essendo condonati i debiti di piccolo importo, anche le sanzioni accessorie sono illegittime.

Il fermo amministrativo

Il fermo amministrativo, altrimenti detto «ganasce fiscali», è il provvedimento coattivo più utilizzato dal Fisco Italiano per recuperare i crediti vantati nei confronti di un contribuente. Anche le multe stradali o i bolli auto sono comuni debiti che spesso finiscono col diventare ruolo o ingiunzione di pagamento. Con la nuova sentenza della Cassazione, il contribuente può chiederne la cancellazione anche in via di autotutela, senza dover ricorrere al giudice. In pratica, la cancellazione d’ufficio delle cartelle più vecchie e di importo più basso, oltre ad alleggerire il carico per i contribuenti e il peso gestionale di cartelle difficilmente incassabili per il Fisco, ha effetto pure sulle azioni coattive del Fisco. In definitiva, con un autentico colpo di spugna, eliminate tutte le cartelle e il fermo amministrativo sotto i mille euro per debiti sia fiscali che non fiscali, contratti dell’agente della riscossione e divenuti esecutivi tra il 2000 e il 2010.

Un vero condono

Al riguardo occorre sottolineare come la sanatoria cancella tutti i debiti al di sotto di 1.000 euro e tale parametro riguarda il singolo tributo. Ciò vuol dire che non si considera l’ammontare complessivo della cartella esattoriale bensì il singolo importo iscritto a ruolo. In pratica, un contribuente che ha evaso dal 2000 al 2005, bolli auto da 400 euro all’anno, avrà una cartella cumulativa da oltre 2.000 euro, considerando sanzioni e interessi. Essendo però i bolli evasi tutti di importo inferiore a 1.000 euro, questi debiti d’ufficio vengono bonificati comprese le eventuali azioni coattive dell’amministrazione pubblica.

Il caso di un avvocato e del suo ricorso

Come riporta il sito «La legge per tutti.it», quanto detto è riassunto nella pronuncia della Cassazione che ha accolto il ricorso di un avvocato al quale erano state notificate delle cartelle per debiti tributari e infrazioni stradali per un valore inferiore a mille euro ciascuna. In particolare all’avvocato erano stati notificati da Equitalia degli atti di valore esiguo e tutti consegnati all’esattore fra il 2000 e il 2010. Atti che erano stati impugnati dinanzi alla Commissione tributaria per vari motivi di forma, tutti peraltro rigettati dai giudici. Nel frattempo è stata varata la cosiddetta rottamazione ter, il saldo e stralcio e la cancellazione d’ufficio delle cartelle. In pratica, il provvedimento conosciuto come Pace Fiscale che ha consentito all’avvocato di evitare il pagamento proprio sfruttando il fatto che la normativa prevede la bonifica totale di ogni singola cartella che non supera i mille euro di importo.