Hector Cuper e tutte le sue sei finali perse: storia di un eterno secondo

Con il suo Egitto Hecotr Cuper perde anche la finale di Coppa d’Africa contro il Camerun: storia del tecnico argentino e della maledizione delle sue sei finali perse.

Hector Cuper e la maledizione delle finali disputate. Dopo essere sparito per un po’ dai radar calcistici il tecnico argentino è riuscito in una nuova impresa, portando il suo Egitto in finale della Coppa d’Africa che si è disputata in Gabon.

La sorte però per è stata ancora beffarda per Cuper: dopo essere passato in vantaggio, l’Egitto nel finale si è fatto rimontare dal Camerun, con i Leoni d’Africa che così hanno alzato al cielo la Coppa d’Africa.

Per Hector Cuper è stato come rivivere un dramma, con questa della Coppa d’Africa che è stata la sesta finale persa su nove disputate da allenatore. Una nuova beffa per l’ex allenatore dell’Inter, che non riesce a togliersi di dosso l’etichetta di eterno secondo.

Oltre alle sei finali perse, praticamente tutte quelle più importanti disputate, Cuper ha anche perso clamorosamente due campionati all’ultima giornata, come i tutti i tifosi dell’Inter tristemente ricordano.

Cuper e le prime finali perse

Hector Cuper è un argentino tosto, ex difensore centrale soprannominato l’Hombre Vertical, ovvero l’uomo tutto d’un pezzo. Da giocatore riuscì nell’impresa di vincere due titoli argentini con il Ferro Carril, piccolo club di Buenos Aires che nel 1982 e nel 1984 ottenne i due unici trionfi della propria storia.

Da allenatore invece Cuper è considerato uno dei perdenti per eccellenza. La prima atroce beffa arrivò nel 1994, quando alla guida dell’Huracan gli bastava solo un punto per vincere il torneo di Clausura. Invece arrivò la clamorosa sconfitta contro l’Independiente e conseguente secondo posto.

Sulla panchina del Lanus invece arriva per Cuper il suo primo successo da allenatore, vincendo nel 1996 la Coppa Conmebol, una sorta di vecchia Coppa Uefa sudamericana. Successo che gli vale la chiamata in Europa sulla panchina del Maiorca.

Alla guida del Maiorca nel 1997 arriva in finale di Coppa del Re contro il Barcellona. Nonostante il vantaggio siglato da Stankovic, i blaugrana pareggiano poi con Rivaldo per poi vincere ai rigori. Per Cuper è la prima finale persa.

Nonostante la sconfitta, il Maiorca si qualifica per l’ultima edizione della Coppa delle Coppe arrivando fino alla finale di Birmingham contro la Lazio. Vantaggio di Vieri e pari di Dani, ma nel finale è Nedved a regalare il successo ai biancocelesti. Seconda finale persa.

Hector Cuper passa quindi sulla panchina del Valencia. Qui forgia una squadra che si fonda su un elastico 4-4-2 con Mauricio Pellegrino a governare la difesa e Farinos il centrocampo. Sulle fasce poi Mendieta e Kily Gonzalez sostenevano il duo offensivo formato da Angulo e Claudio Lopez.

Nella stagione 1999/2000 il Valencia arriva in finale di Champions League, venendo però sconfitto dal Real Madrid per 3-0. L’anno dopo è ancora finale di Champions League, ma anche questa volta Cuper deve cedere questa volta ai rigori al Bayern Monaco. Arriviamo quindi a quattro finali perse.

La maledizione di Cuper continua: dall’Inter all’Egitto

Tutti questi episodi già potrebbero bastare a parlare di una sorta di maledizione di Cuper. Invece ancora per il tecnico argentino devono arrivare cocenti delusioni. Nonostante le due finali perse con il Valencia, l’ambiziosa Inter di Moratti chiama l’allenatore alla sua corte.

Il primo anno tutto sembra andare al meglio, con l’Inter di Vieri e Ronaldo che è prima in classifica: basta solo un punto nell’ultima partita all’Olimpico contro la Lazio. E’ il famoso 5 maggio 2002, giorno della clamorosa sconfitta dei nerazzurri che così cedono il titolo alla Juventus.

Come se non bastasse arriva l’anno dopo anche un nuovo secondo posto alle spalle dei bianconeri, oltre che l’eliminazione dopo due pareggi nella semifinale di Champions contro il Milan. La stagione seguente Cuper viene esonerato.

Dopo l’Inter Cuper inizia un lungo girovagare, tra esoneri e mediocri risultati. Nel 2010 però eccolo di nuovo tornare alla ribalta sulla panchina dell’Aris Salonicco, dove arriva in finale di Coppa di Grecia. Anche qui però altra sconfitta contro il Panathinaikos, e siamo a cinque.

Il nome di Hector Cuper poi viene legato a quello di un’operazione contro il calcioscommesse, con il tecnico argentino indagato per presunti rapporti con un clan camorristico ai quali avrebbe fornito soffiate su partite spagnole truccate.

Da allora avevamo sostanzialmente perso le tracce di lui, salvo poi ritrovarlo sulla panchina dell’Egitto in questa Coppa d’Africa 2017. Altra finale e altra sconfitta contro il Camerun per 2-1, nonostante il vantaggio iniziale siglato dal gioiellino dell’Arsenal Elneny.

Arriva così la sesta finale persa per Cuper, disfatte che vanno ad aggiungersi ai due campionati persi all’ultima giornata. Un’etichetta da eterno sconfitto che così è sempre più dura da levarsi di dosso, per un tecnico che comunque ha compiuto imprese calcistiche incredibili, alle quali però è sempre mancato il lieto fine.