Guerra in Ucraina: quale posizione ha la Turchia? Prevista telefonata Erdogan-Putin

Si attende una comunicazione diretta tra Erdogan e Putin, la Turchia spera nel ruolo della diplomazia e nello stop alla guerra

Guerra in Ucraina che prosegue, così come l’attenzione internazionale verso una situazione che si auspica di poter riportare alla pace. Un obiettivo per il quale lavorano diversi paesi, benché gli atteggiamenti risultino eterogenei. La Turchia, ad esempio, non sta certo avendo lo stesso approccio mostrato dai paesi della Nato e dall’Unione Europea che hanno comminato sanzioni economiche pesanti alla Russia, ma il discorso è ampio e va affrontato tenendo conto di diversi aspetti.

Guerra in Ucraina: Ankara auspica lo stop

Ankara sta manifestando l’auspicio ed il desiderio che la conflittualità in corso sul territorio ucraino si fermi. E su questo fronte si annunciano novità, con una prevista interlocuzione telefonica tra Putin ed Erdogan. Una comunicazione diretta tra Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin potrebbe avvenire nella giornata di domenica 6 marzo.

Una notizia che arriva direttamente dal portavoce del presidente turco Ibrahim Kalin. A riportare la notizia il Corriere della Sera nella sua edizione on line, citando la Tass. Significative le dichiarazioni arrivate dal collaboratore di Erdogan. «Questa guerra - ha dichiarato - deve essere fermata immediatamente, è necessario sedersi al tavolo dei negoziati. Il nostro presidente sta conducendo una diplomazia molto intensa».

Rapporti Russia-Turchia e Turchia-Ucraina: buoni

La Turchia nei giorni scorsi, ha scelto di applicare la convenzione di Montreux. Si tratta di un trattato del 1936 attraverso cui, in caso di guerra, è possibile inibire il passaggio alle navi militari sugli stretti del Bosforo e dei Dardanelli. Si tratta dei due «passaggi» che che permettono l’accesso al Mar Nero.

Questo presuppone che nessun mezzo marino di natura bellica potrà transitare da quelle strisce di mare, che sono sotto il controllo turco. Di certo, quello della Turchia, è un punto di vista a cui ad oggi non sembra esserci intenzione di aderire alla politica sanzionatoria nei confronti di Mosca, già messa in atto dall’Occidente.

La Turchia aveva già cercato la mediazione

Non bisogna, però, dimenticare un aspetto cruciale: la Turchia fa parte della Nato. La Turchia è stata, inoltre, segnalato come uno dei paesi che, prima dell’inizio dell’operazione militare russa, si era impegnata affinché le parti trovassero una mediazione e si evitasse di arrivare a quanto sta accadendo oggi sul territorio ucraino.

Si era profilata, quantomeno a livello mediatico, la possibilità che i negoziati avessero luogo sul territorio turco, ma alla fine si è optato per la Bielorussia. Non resta che attendere domenica ed capire se la telefonata tra Putin ed Erdogan possa, in qualche modo, rappresentare un fatto che possa cambiare alcune dinamiche attualmente in atto.

Di certo c’è che il mondo confida che, nel contesto internazionale, possa emergere un mediatore che sia in grado di gettare le basi affinché si possa realmente giungere ad un punto in cui la guerra in atto in Ucraina possa essere stoppata.