Guerra in Ucraina e grano bloccato nei porti: ecco come potrebbe evolversi la situazione

Le parole del ministro degli Esteri Serghei Lavrov, spiegano come la situazione potrebbe evolversi

La guerra in Ucraina ha tanti volti. Ha quello terribile del campo di battaglia, ma anche quello che si immaginava potesse vedersi con il passare dei mesi. Quello del rischio di una possibile crisi alimentare qualora dovesse interrompersi la filiera che parte con le esportazioni di grano dell’Ucraina. Questo rischio, però, potrebbe essere scongiurato, almeno in base a quelle che sono le ultime dichiarazioni provenienti da fonti russe.

Perché il grano ucraino è importante

Per capire la situazione è meglio riavvolgere il nastro. Il grano, in tempi normali, partiva dai porti ucraini, quelle stesse infrastrutture che oggi sono praticamente terreno di guerra. Oggi le mancate esportazioni rappresentano un rischio considerevole per quelle nazioni che importavano prevalentemente da Kiev.

Tra questi ci sono i paesi del Nord Africa. Le conseguenze dello stop sarebbero una carenza di materia prima e un innalzamento dei prezzi che potrebbe portare ad un’emergenza sociale. Non bisogna, inoltre, mai dimenticare che l’Ucraina viene considerata «il granaio d’Europa».

La questione sminamento

Secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri Serghei Lavrov attualmente la carenza di grano è anche frutto anche del fatto che le navi russe con i loro cereali non possono più attraccare in Occidente. Chiarita questa situazione relativa alle esportazioni di Mosca, rispetto al blocco in Ucraina ha spiegato che il problema sarebbe la necessità dello sminamento dei porti. Si tratterebbe, cioè, di problemi relativi ai sistemi di difesa messi in atto dagli ucraini. Un problema che si potrebbe definire «logistico», ma innescato evidentemente dal rischio di attacchi.

La Turchia dovrebbe aiutare nello sminamento

Lavrov ha parlato di un accordo che dovrebbe portare la Turchia a offrire supporto nelle attività di sminamento dei porti. In tal modo le navi potranno partire sfruttando i corridoi creati. Il ministro russo ha sottolineato come questo dovrebbe avvenire senza che si configuri alcun tipo di vantaggio militare per le forze ucraine. I dettagli di queste operazioni saranno rese note in seguito.

Una prospettiva che, dunque, riconosce alla Turchia un ruolo super partes nelle attività. Una notizia non da poco se si considera che si parla comunque di uno Stato che fa parte della Nato. La Turchia , tra l’altro, è stata sin dall’inizio designata come possibile mediatore di una situazione che resta complicata.

Guerra in Ucraina: Lavrov parla di provocazioni dirette

Lavrov ha, inoltre, parlato di «provocazione diretta» in merito al possibile invio di lanciarazzi multipli all’Ucraina da parte degli Stati Uniti. Un atto che segna «un coinvolgimento nel conflitto». Il ministro russo ha messo in evidenza come in Occidente ci siano ancora «politiche che non condividono questa follia» e starebbero, a suo avviso, «iniziando capire» che le sanzioni colpiscono più l’Europa che la Russia. Dichiarazioni che vanno sempre lette ricordando che sono espresse dal punto di vista russo.