Guerra in Ucraina: dopo Lugansk la Russia non si ferma

Dall’Ucraina intanto arrivano dichiarazioni che parlano delle condizioni per un eventuale negoziato

Il controllo di Lugansk può essere considerato solo uno dei diversi obiettivi che la Russia si è prefissata di raggiungere. Il presidente Vladimir Putin ha impartito l’ordine di proseguire nell’azione militare messa in atto.

Guerra in Ucraina, cosa succede dopo la conquista di Lugansk

É quanto emerso da un incontro tra il il leader russo ed il ministro della Difesa di Mosca Sergej Shoigu «Le unità militari, incluso il gruppo est e il gruppo ovest, devono - ha detto Putin - svolgere i loro compiti in base ai piani precedentemente approvati. Spero che nei loro settori tutto proceda come è accaduto finora a Lugansk».

Le fasi di guerra che hanno riguardato il Lugansk sarebbero costati 5500 uomini a Kiev nello spazio di due settimane. I numeri sono di provenienza russa, tenuto conto che provengono da un’intervista rilasciata da Shoigu all’agenzia Rio Novosti. Ha parlato per l’esattezza di 5649 vittime militari ucraine. L’Ucraina ritiene, invece, che dall’inizio del conflitto sarebbero morti complessivamente oltre 35.000 soldati russi.

Le scelte anche simboliche della Russia

La Russia, quantomeno con la sua narrazione, continua a rivendicare successi. E non perde occasione di sottolinerarlo. Anche con scelte simboliche. Un esempio è la scelta di intitolare una piazza, nei pressi dell’ambasciata britannica a Mosca, alla «Repubblica popolare di Lugansk». Una scelta che si aggiunge a «piazza della Repubblica popolare di Donetsk» che, invece, è collocata nei pressi dell’ambasciata americana.

Il contesto resta quello di una guerra che dà l’idea di poter proseguire ancora per diverso tempo. Non è facile immaginare tra quanto potrebbero esserci i margini affinché possa essere intrapreso un negoziato con possibilità di esito positivo. Le ultime parole in merito arrivano da fonte ucraina. In risposta alla possibilità di sedersi al tavolo ed accettare le condizioni della Russia, da Kiev è giunta la replica con le condizioni per ipotizzare un dialogo.

Le condizioni di Kiev per un negoziato

Le ha elencate il consigliere del presidente ucraino Zelensky, Mykhailo Podolyak in un tweet: «Cessate il fuoco. Ritiro delle truppe Z. Rientro dei cittadini deportati. Estradizione di criminali di guerra. Meccanismo di risarcimenti. Riconoscimento dei diritti sovrani».

«La parte russa - ha aggiunto - conosce bene le nostre condizioni. Il boss di Peskov potrebbe non preoccuparsi: verrà il momento e li registreremo su carta». Peskov è il portavoce del Cremlino.