Seconda notte di guerra, dopo la decisione della Russia di avviare un’operazione militare tesa, secondo le parole del suo presidente, Vladimir Putin, a «smilitarizzare» e «denazificare» l’Ucraina. L’invasione russa ha ormai raggiunto le porte della capitale Kiev, tanto che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, annunciando che sono 137 i soldati morti nel primo giorno di combattimento, ha firmato il decreto per la mobilitazione generale nel Paese, con la distribuzione di diecimila fucili automatici ai civili, per la difesa del territorio.
Missili su Kiev alle prime luci dell’alba
Le sirene su Kiev hanno iniziato a risuonare alle prime luci dell’alba, invitando la gente a trovare rifugio, per lo più nella metropolitana, dove la gente si è assiepata da ore. Diversi i missili lanciati sulla capitale ucraina, con la difesa aerea che è riuscita a scongiurare il peggio, anche se alcuni frammenti sono finiti su edifici civili, provocando incendi e feriti, tra i quali, secondo quanto riferito dal sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, uno versa in gravi condizioni.
“Oggi sarà il giorno più difficile”
Con le truppe russe a circa 30 km da Kiev, arriva l’appello del presidente ucraino Zelensky che chiede una coalizione contro la guerra ai Nove di Bucarest, ovvero a Bulgaria, Ungheria, Estonia, Lituania, Lettonia, Polonia, Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca e afferma che l’Ucraina è rimasta sola con il Mondo a guardarla da lontano e che le sanzioni contro la Russia sono insufficienti e non hanno convinto il Cremlino ad interrompere l’azione militare. «Il piano del nemico è quello di sfondare con i carri armati fino a Kiev”, queste le parole di Anton Gerashenko, consigliere del Ministro dell’Interno ucraino, che ritiene che “Oggi sarà il giorno più difficile.»