Guerra in Ucraina, Zelensky avrebbe rifiutato proposta di resa da Bennett

Israele è uno dei paesi ai quali viene riconosciuta la possibilità di diventare un mediatore tra Russia ed Ucraina

La guerra in Ucraina dura da ormai un paio di settimane. Non molti avrebbero immaginato che la resistenza ucraina potesse impegnare così tanto una delle maggiori forze militari del mondo. Di fronte a questo scenario si registrano due scuole di pensiero: quella di chi ritiene che questa volontà di resistere contribuisca solo ad aumentare il numero di morti a fronte di un destino che potrebbe essere ineluttabile e quella di chi immagina che, portando il conflitto alle lunghe, si possa mettere in difficoltà la posizione della Russia logorandone le risorse. Sia sul fronte bellico, sia con l’azione delle sanzioni operate a livello internazionale.

Guerra in Ucraina e la telefonata di martedì tra Bennet e Zelensky

Arriva direttamente da Israele la notizia secondo cui il primo ministro israeliano Naftali Bennett avrebbe chiesto al presidente ucraino Volodomyr Zelensky di pensare alla resa. Ne scrive il The Jerusalem Post, parlando di una telefonata avvenuta tra i due nella giornata di martedì, in cui sarebbe stata prospettata la possibilità di porre fine alla guerra e evitare ulteriori sacrifici umani.

L’interlocuzione tra i due, secondo un funzionario del governo ucraino, citato dal The Jerusalem Post, avrebbe visto Zelensky manifestare un rifiuto netto all’idea. Viene, inoltre, riportato che la prospettiva delineata non sarebbe piaciuta al vertice del governo di Kiev, anche perché si era ipotizzato che Israele potesse rappresentare uno dei più credibili mediatori tra le parti.

Sia il The Jerusalem Post che, che il The Times of Israel, riferiscono che Israele avrebbe chiesto all’Ucraina di non richiedere ulteriore assistenza militare, poiché questo rappresenterebbe un ostacolo agli sforzi per una mediazione.

Israele viene considerato come possibile mediatore

Viene, inoltre, citato il fatto che, secondo l’alto funzionario, la posizione di Israele sarebbe apparsa come una sorta di «cassetta postale» che si sta limitando a veicolare i messaggi tra la Russia e l’Ucraina, senza elaborare una propria proposta.

Poco meno di una settimana fa il primo ministro israeliano Naftali Bennet aveva incontrato sia Vladimir Putin che il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Era il 6 marzo e, una volta rientrato in patria, aveva manifestato in una riunione di governo la volontà «di favorire il dialogo tra le parti».

L’Ucraina non intende arrendersi, ma ha aperto a compromessi

Un dialogo che, però, non sembra destinato ad essere imperniato sulla soluzione prospettata secondo quelle che sono le fonti giornalistiche. In attesa di capire se questi retroscena saranno confermati, appare chiaro che la volontà dell’Ucraina non è quella di arrendersi e accettare le condizioni della Russia.

L’operazione militare russa in Ucraina era stata annunciata da Mosca come finalizzata a «denazificare» e «smilitarizzare» il paese. Intento a cui, nel tempo, sono seguite condizioni più specifiche per la pace come ad esempio il riconoscimento della Crimea come Russia, l’indipendenza di Donetsk e Lugansk e un’Ucraina neutrale nella politica internazionale.

Zelensky, invece, nei giorni scorsi aveva parlato della possibilità di un compromesso su alcuni punti (Donbass). L’Ucraina continua dunque a puntare sui negoziati e sul dialogo, non ad una resa.