Gnl Usa: cosa cambia con il gas americano in Europa e in Italia

Il gas americano consentirà una riduzione della dipendenza dalla Russia

Il Gnl, gas americano, rappresenta per l’Europa l’opportunità di ridurre la dipendenze energetica dalla Russia. Da settimane si parla di sanzioni da parte dell’Ue nei confronti di Mosca, ma tagliare definitivamente i rapporti commerciali è, al momento, un qualcosa che molti stati membri non si possono permettere. I nuovi accordi con gli Stati Uniti aiuteranno a ridurre questa condizione, ma ci sono diversi aspetti che vanno chiariti.

Gnl Usa per ridurre dipendenza da Russia

In alcune visioni, tra cui quella del presidente americano Joe Biden, è stato sottolineato che acquistare energia dalla Russia significa far sì che utilizzi questo profitto per finanziare le azioni militari. Si stima che l’Europa paghi a Mosca circa un miliardo di euro al giorno.

Oggi le cifre sono oltre modo chiare, la Ue importa 155 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia, più del 40% del totale. Volendo citare i tre maggiori importatori, si nota come ci siano nazioni importanti nelle cifre:

  • 43 miliardi vanno alla Germania (più della metà dell’intero fabbisogno)
  • 29 all’Italia, con percentuale attorno al 40%
  • 15 miliardi all’Olanda

Impossibile adottare soluzioni che, in poco tempo, potessero sostenere un’interruzione definitiva dell’approvvigionamento senza disagi considerevoli per le nazioni Ue che le avessero comminate.

Gnl Usa, le differenze con il gas «tradizionale»

Partendo da quei 155 miliardi di forniture russe all’Europa, si deve immaginare il nuovo accordo con gli Usa uno strumento per erodere progressivamente il flusso di gas tra Russia ed Europa. Questo avviene attraverso la fornitura Usa di Gnl.

Gnl (acronimo di gas naturale liquefatto) è il gas che viene trasportato con le navi grazie ai processi che consentono il trasporto via nave. Viene, in particolare, raffreddato fino a oltre 150 gradi sottozero, in maniera tale da poter ridurre il volume fino a 600 volte rispetto al gas tradizionale. Per essere messo in circolo ha bisogno di essere sottoposto a rigassificazione.

Questo avviene attraverso i rigassificatori. Su questo fronte si sta lavorando anche dal punto di vista strutturale anche in Italia. L’Italia, in questo momento, ha già tre rigassificatori a largo del Delta del Po vicino Rovigo, a Panigaglia (La Spezia) e Livorno. Sarebbero sufficienti ad accogliere solo 28 miliardi di metri cubi di gas.

L’obiettivo è comunque aumentare la capacità di rigassificazione anche attraverso il noleggio di navi che consentano le operazioni, ma si lavora anche ad altre soluzioni. In Calabria, ad esempio, si punta ad averne uno anche a Gioia Tauro (Reggio Calabria), il più grande porto d’Italia e il decimo in Europa. Un progetto analogo riguarda anche Porto Empedocle

Gnl Usa: prezzi e prospettive

Secondo gli obiettivi Usa entro il 2022 potrebbero arrivare 15 miliardi di metri cubi di Gnl in Europa, con la prospettiva di arrivare fino a 50 miliardi entro il 2030. I 15 rappresentano un’aggiunta rispetto quasi 30 che già arrivano in Europa.

Numeri non sufficienti a colmare la dipendenza dalla Russia, ma sicuramente a renderla meno importante anche con ulteriori soluzioni che potrebbero contribuire a coprire quel dato complessivo di 155 miliardi di metri cubi che oggi arriva annualmente dalla Russia.

L’altro aspetto da considerare è che la prospettiva di mettere nero su bianco su contratti di lungo termine potrebbe portare anche ad una stabilizzazione dei prezzi a condizioni vantaggiose, con benefici per i consumatori.