Ecco i sintomi della malattia delle badanti e perché si manifesta

La chiamano sindrome Italia ed è una malattia che affligge le badanti.

Sono circa 900.000 i collaboratori domestici con regolare contratto in Italia. Se il calcolo si estende anche a lavoratori impiegati in nero il numero sale di un buon 60%, sforando il tetto dei 2 milioni di addetti. Anche se ultimamente è in netto aumento il numero di italiani che si stanno catapultando nel settore, gli stranieri sono ancora la stragrande maggioranza dei lavoratori domestici in Italia. Più di 2 lavoratori ogni 3, tra badanti, colf e così via sono stranieri. Di questo abbondante 78%, risulta essere l’est Europa la zona di provenienza più frequente.
Romania, Ucraina, Bulgaria, Polonia e Moldavia, questi gli Stati dai quali le famiglie italiane utilizzano più lavoratori domestici.

La tipologia di attività a cui sono chiamati questi lavoratori sono piuttosto pesanti, soprattutto per il ruolo di badante. In maggioranza donne, le badanti sono lavoratori che assistono 24 ore su 24 anziani e soggetti non autosufficienti. Un lavoro logorante è stressante che già di per sé mette a dura prova la salute dei lavoratori. Se a questo si aggiunge il fatto che si tratta di lavoratrici che spesso lasciano figli e famiglie nei loro paesi di origine, lo stress a cui sono sottoposte aumenta esponenzialmente. E le problematiche sul groppone di queste donne si abbattono anche sui figli lasciati a casa, privati dell’affetto di una mamma che un pacco regalo o soldi spediti non possono certo sostituire. Ed è così che è nata addirittura una patologia che viene chiamata «sindrome Italia», una malattia che affligge lavoratori e loro figli, una sorta di depressione.

Il dramma sociale che affligge le badanti dell’est e i loro figli

Stando a ciò che si dice sulla sindrome Italia, la malattia colpirebbe le donne quando tornano a casa, con molti casi di ricovero in strutture psichiatriche e simili.
Lavorare costantemente a contatto con anziani e disabili, spesso con turni massacranti, altrettanto spesso senza conoscere giorno e notte (per le necessità di un non autosufficiente non c’è orario) perché spesso sono costrette ad intervenire anche di notte, è sicuramente un compito già di per sé arduo. Poi ci sono le inevitabili problematiche che provengono dalla Romania piuttosto che dalla Moldavia, cioè dalle loro case di origine. Moltissimi sono gli orfani bianchi, cioè i bambini lasciati senza mamma perché obbligata ad andare a lavorare in Italia. Un dramma nel dramma perché secondo dati UNICEF, almeno 350.000 bambini e ragazzini rumeni hanno tentato il suicidio soli tra Romania e Moldavia. L’abbandono dei bambini avviene nei modi più svariati. Vengono lasciati al padre i ai nonni, oppure in orfanotrofi e strutture similari. Spesso sono proprio i piccoli a non reggere il peso della separazione il che psicologicamente non può non abbattersi anche sulla madre.

Una malattia terribile

Con i piccoli lasciati soli con i loro traumi da abbandono queste donne, lavorano incessantemente, senza un giorno di riposo pur di inviare soldi a casa. Sopportano turni massacranti, trattamenti spesso disumani, mangiano pasti insufficienti e non hanno tempo di curare la loro persona. Dopo anni ed anni una vita del genere demolirebbe chiunque ed è così che si arriva al crollo.

La sindrome depressoria arriva una volta tornate in patria e belle loro famiglie di origine dove ormai sono estranee, con il legame coi figli ormai irreparabilmente compromesso.
Ciò che accade a queste donne è scientificamente provato, come spiega bene la docente universitaria e psicoterapeuta Maria Grazia Vergari. Il lavoro di cura secondi la docente, sottopone ad uno stress enorme l’assistente familiare. Il coinvolgimento del lavoratore nelle problematiche dell’anziano da assistere è tale che c’è il rischio concreto che la badante diventi la seconda vittima della malattia dell’anziano.
La sindrome Italia si manifesta inizialmente con stanchezza, frequenti mal di testa e disturbi gastro intestinali, respiro corto, ulcere, mal di schiena, tachicardia e nausea. Si continua con una netta diminuzione delle difese immunitarie, con disturbi del sonno, incubi e propensione all’autolesionismo.