Covid, l’immunologo Abrignani: «Mi sento di affermare che non è un’emergenza»

Oltre un milione di positivi al Covid, ma i dati degli ospedali non crescono in maniera proporzionale

«All’esplosione dei casi non corrisponde quella dei pazienti che hanno bisogno di rianimazione. Mi sento di affermare che non è un’emergenza». Lo ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera del 7 luglio, il professor Sergio Abrignani.

Situazione Covid non emergenziale, ma serve comunque cautela

Con oltre un milione di italiani positivi al Covid, non sono pochi gli esperti che tendono a lanciare segnali d’allarme. Da parte dell’immunologo dell’Università di Milano, invece, i toni sono un po’ diversi, pur non minimizzando la situazione. «É - ha spiegato - una fase di passaggio delicata, che richiede, questo sì, attenzione e altro impegno organizzativo».

Emerge un quadro dove l’emergenza ospedaliera potrebbe non essere dovuta alla gravità dell’infezione, quanto alla gestione di pazienti ricoverati con altre patologie che risultano positivi. «Capisco - ha spiegato Abrignani - che i medici abbiano seri timori per la tenuta dell’organizzazione».

Covid, quando fare il tampone?

Il bollettino dei contagi da Covid sta avendo dati che vanno oltre i 100.000 casi al giorno. L’esplosione delle positività non è fortunatamente proporzionale all’aumento delle vittime e dei ricoveri in terapia intensiva.

Con tanti positivi resta comunque il problema di un virus che circola molto e si fa notare per la usa incredibile capacità diffusiva. La domanda diventa anche quando è opportuno fare il tampone. «Chi non interagisce con soggetti fragili - ha evidenziato l’immunologo - dovrebbe farli solo se accusa sintomi».

Chi muore di Covid?

Da quando sono emerse varianti dalla grande capacità diffusiva, queste si sono caratterizzate anche per una maggiore patogenicità. Restano, però, decine di vittime al giorno. «Quattro su dieci - ha spiegato Abrignani - sono non vaccinati o vaccinati con un ciclo incompleto (mento di tre dosi) e otto volte su dieci non sarebbe finita così se avessero ascoltato le raccomandazioni».

Nei giorni scorsi, tra l’altro, sono arrivati anche appelli significativi affinché i più fragili scelgano di farsi la quarta dose. Quest’ultima è già autorizzata per coloro i quali hanno più di 80 anni e per chi ne ha più di 60 e ha un quadro di fragilità. Un presidio da utilizzare in una fase in cui la circolazione virale continua ad essere alta.

Dopo Omicron 5 si attende i Omicron BA.2.75

Dopo Omicron 5 si attende l’arrivo in Italia della Omicron BA.2.75. Lo annunciano molti esperti, in ragione di una variante che si caratterizza per una diffusibilità addirittura maggiore della versione del virus responsabile di questa salita di contagi estivi. Un fatto che conferma che la pandemia, pur non avendo il volto terribile dei suoi primi mesi, continua ad essere in corso e da monitorare.