Covid diventerà come influenza? Ha risposto il prof. Abrignani (Cts)

L’immunologo dell’Università di Milano in un’intervista al Corriere della Sera ha parlato della possibilità spiegando anche come si sono evoluti i numeri dopo la vaccinazione

«Probabile» che il Covid diventi simile ad un’influenza, ma ad una condizione «Dobbiamo distinguere tra vaccinati e non vaccinati». Lo ha detto il professor Sergio Abrignani, immunologo dell’Università di Milano e membro del Cts, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera del 13 gennaio. Lo scienziato ha spiegato come solo per chi ha ricevuto la vaccinazione «essere contagiati potrebbe essere come prendere l’influenza».

Covid non è raffreddore

Tuttavia, anche di fronte ad un orizzonte di questo tipo Abrignani ha inteso sottolineare come non è il caso di paragonare il Covid al raffreddore. «Non scherziamo» ha dichiarato, sottolineando come «il virus del raffreddore non uccide». Stando ai numeri offerti dall’immunologo l’influenza, responsabile di milioni di infezioni in ogni stagione invernale, è «letale in circa lo 0,1% (1 x 1000) dei casi ed è pericolosa soprattutto per gli ultra 70enni con patologie croniche importanti».

Covid come influenza per i vaccinati? Il paragone attraverso i numeri

Covid ed influenza è un paragone che era stato fatto prima che la pandemia potesse, in qualche modo, riscrivere la storia dell’umanità negli ultimi due anni. Tornare a farlo in questa fase secondo Abrignani non è un azzardo. «No» ha sottolineato, evidenziando come «i numeri parlano».

«In Italia - ha ricordato - era letale nel 2-3% dei casi, avevamo il picco ogni giorno 30-40mila infezione e 7-900 morti». "Il 12 gennaio - ha proseguito - con circa il 94% della popolazione ultra 60enne vaccinata con almeno due dosi e molti con tre, e con la variante Omicron che ha preso il sopravvento, la media settimanale è di 172.500 casi e 216 morti al giorno, quindi una letalità dello 0,12%».

Variante Omicron e Covid, Abrignani: «Esperti dicono che picco sarà a fine gennaio»

Oggi sulla scena c’è la variante Omicron. Gli scienziati sono ormai concordi sul fatto che sia più trasmissibile, mentre c’è chi attende conferme rispetto alle prime evidenze che suggeriscono la possibilità che possa essere meno patogena. «È molto, molto, più trasmissibile di Delta, ma sembrerebbe sia causa di una malattia meno aggressiva. Non possiamo dare la risposta definitiva in quanto i dati sono preliminari».

Negli ultimi giorni su Omicron si è espresso anche il noto immunologo americano Anthony Fauci che ha sottolineato l’elevata contagiosità della variante. «Con il suo straordinario e senza precedenti grado di efficienza di trasmissibilità, alla fine - ha dichiarato il consulente della Casa Bianca - troverà quasi tutti».

«Crediamogli» - ha detto Abrignani, ricordando come l’esplosione a livello epidemiologico del nuovo ceppo del virus abbia portato alla rapida crescita della curva a partire dalla dagli ultimi dieci giorni di dicembre. «Gli esperti di modelli di crescita di un’epidemia - ha dichiarato Abrignani - ci dicono che salirà fino a raggiungere il picco alla fine di gennaio».