Covid, come sarà l’autunno ed il 2023? Sileri delinea gli scenari

Il sottosegretario del Ministero della Salute è stato intervistato da Radio Capital

Convivenza con il Covid. Di questa espressione se ne parla da ormai un paio d’anni, ma forse solo ora si sta capendo cosa significa. A offrire un chiarimento in merito probabilmente è stato anche il sottosegretario della Salute Pierpaolo Sileri, intervistato da The Breakfast Club su Radio Capital.

Ci saranno nuove restrizioni in autunno ?

Il presupposto essenziale resta il fatto che la vaccinazione è fondamentale per tutelare i più fragili. Lo si capisce anche adesso che ogni giorno decine di migliaia di persone sono ufficialmente contagiate. Non c’è, però, una pressione sugli ospedali proporzionale a ciò che accadeva in passato e sulla situazione Sileri è stato chiaro. Sia sul presente che per il futuro prossimo rispetto a possibili restrizioni.

«Non è sovrapponibile - ha detto il sottosegretario - a ciò che abbiamo vissuto in questi due anni e mezzo. Non vedo perché ad ottobre dovremo vivere qualcosa di diverso rispetto a ciò che vediamo oggi con 140.000 contagi». Anche perché la forte diffusione di questo periodo mette in discussione persino la stagionalità del virus, che poteva far ipotizzare a nuove restrizioni come avvenuto nelle dinamiche degli scorsi anni.

«Dovremo - ha spiegato - continuare a raccomandare l’uso della mascherina nei posti affollati, soprattutto al chiuso, ma come raccomandazione». A rovinare i piani potrebbe essere solo una variante più patogena e in grado di eludere anche la protezione dalla malattia da parte dei vaccini. Fino ad ora, per fortuna, le cose sono sempre andate nella direzione opposta, pur essendo aumentata la contagiosità.

Il Covid nel 2023: come potrebbe essere la situazione

E poi lo sguardo va ai prossimi anni. Sileri ha ipotizzato cosa possa significare la convivenza con il virus, ad esempio, a settembre-ottobre del 2023. «Significherà - ha spiegato - convivere con questo gruppo di virus, con tutte le varianti e le sotto varianti nella stessa maniera con la quale conviviamo con gli altri virus che danno l’influenza».

«Inizieranno - ha proseguito - a girare i virus influenzali e tra quelli che danno sindrome influenzali più o meno grandi ci sarà anche questo coronavirus». E per tutte le altre influenzali sono sempre esistite contromisure. «Ci aspetta - ha spiegato il sottosegretario - un vaccino che sarà tetravalente o un bivalente associato ad un tetravalente. Questo ce lo diranno le industrie e la scienza. Dovrà fare questo vaccino chi è più fragile, come accade per l’antinfluenzale».

E tra un anno ci sarà un altro aspetto da considerare, cioè il fatto che il virus continuerà a circolare. In un modo o nell’altro chiunque lo incontrerà (anche con la vaccinazione). «Il passaggio continuato e ricorrente di questo virus nella popolazione determina - ha spiegato - dei richiami naturali o delle vaccinazioni naturali ex novo».