Positivi al Covid: come funziona e come potrebbe cambiare la quarantena
Si discute della possibilità che possano esserci delle revisioni nelle comunicazioni quotidiane sul Covid. A partire da un bollettino che rischia di alimentare allarmismi e teorie poco scientifiche, se non si ha una spiegazione analitica di quelli che sono i numeri. Un punto di vista sulla situazione è arrivato dal sottosegretario del Ministero della Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto ai microfoni di Rai Radio 1 nel corso della trasmissione Sabato anch’io.
Dati Covid. Sileri: «Forse giusto modificare maniera con cui vengono presentati»
«È giusto - ha evidenziato il sottosegretario - dare i dati quotidiani. Quello che deve essere fatto però è forse modificare la maniera con la quale vengono presentati». Sulla scena è apparsa la variante Omicron e soprattutto, considerata anche la capacità di fare tamponi ormai particolarmente elevata, si arriva a registrare quotidianamente anche 200.000 contagi. Numeri che, però, vanno interpretati sulla base di diversi fattori.
«Abbiamo - ha spiegato Sileri - una variante molto contagiosa, ma meno aggressiva: in parte per il virus stesso e in parte perché agisce su una popolazione prevalentemente vaccinata». A fronte di un alto numero di contagiati, i fattori descritti da Sileri generano una situazione dove l’incidenza dei ricoveri è sensibilmente inferiore rispetto al passato.
Covid, necessità di far emergere i numeri che spieghino le evidenze
Per chiarire lo stato delle cose secondo il sottosegretario potrebbe essere opportuno diramare comunicazioni più specifiche. Si potrebbe, ad esempio, indicare «chi sono - ha spiegato - i ricoverati, vaccinati o no, divisi per età e comorbidità. Far capire quello che realmente accade all’interno degli ospedali e far capire che oggi ci troviamo in una situazione diversa».
In sostanza un’indicazione dei numeri dettagliata consentirebbe di far venire alla luce il messaggio che rischia di passare sotto traccia. «Chi si prende il virus - ha sottolineato Sileri - da vaccinato ha molte meno chance di andare in ospedale ed in terapia intensiva».
Omicron come influenza? Non è proprio così
Si discute molto della possibilità che Omicron possa, in qualche modo, rappresentare un virus che genera una patologia che sulla popolazione può avere un impatto simile all’influenza. Per il sottosegretario sarebbe sbagliato che passi questo messaggio, anche perché c’è il rischio che chiunque possa chiedersi che ci si vaccina fare. «La verità - ha specificato - è che si comporta come una grave influenza, non un’influenza semplice, perché siamo vaccinati».
«Negli ospedali - ha sottolineato - ci sono persone anche giovani, infettate da Omicron, con polmonite. Il rischio non è assolutamente zero». Diverso è, invece, il ragionamento in prospettiva. Secondo Sileri c’è la possibilità che la variante sia una sorta di «passaggio intermedio» verso una «variante molto più leggera». «O magari - ha aggiunto che - la stessa Omicron è quel passaggio verso la fase endemica di questa malattia, a patto che però uno sia vaccinato».