Contratto a tempo determinato e Naspi, le regole per la disoccupazione

La disoccupazione indennizzata Inps spetta anche per chi ha contratto a tempo determinato.

La Naspi, che è acronimo di Nuova assicurazione sociale per l’impiego è la nuova disoccupazione indennizzata erogata dall’Inps. La misura è un ammortizzatore sociale generico, che riguarda la stragrande maggioranza dei disoccupati da lavoro dipendente.

Sono esclusi infatti, solo i lavoratori agricoli per i quali l’Inps ha la disoccupazione agricola, i lavoratori con contratti di collaborazione, per i quali l’Inps eroga la Dis Coll e i lavoratori statali con contratti a tempo indeterminato.

Principio fondamentale per percepire la Naspi è che la cessazione del rapporto di lavoro, cioè il sopraggiunto periodo di disoccupazione, deve essere non scaturito dalla volontà del lavoratore.

La perdita di lavoro deve essere pertanto, involontaria. I dubbi sulla Naspi e sul diritto a percepire l’indennità sono tanti. Oggi rispondiamo ad un lettore che ci chiede di Naspi e contratto a tempo determinato.

«Ho diritto alla Naspi se ho un contratto a tempo determinato? Cioè posso percepire la Naspi dopo che mi scadrà il contratto di lavoro a termine?»

Si tratta di una domanda comune a molti lavoratori che però necessità di un approfondimento normativo.

Disoccupazione Naspi e lavoro precario

Alla domanda se spetti o meno la Naspi al termine di un rapporto di lavoro con contratto a tempo determinato, non si può che dare risposta affermativa.

Dal momento che il principio cardine della Naspi è la perdita involontaria del lavoro, evidente che un contratto di lavoro che scade, esulando dalla volontà del lavoratore, lo mette nel perimetro di applicazione della Naspi.

Pertanto, anche non avendo in mano ulteriori dati relativi al periodo di lavoro svolto dal nostro lettore, alla sua carriera e ad altri fattori che potrebbero incidere sul diritto alla Naspi, possiamo dire che perdere il lavoro per scadenza contratto da diritto alla Naspi.

Naspi, la normativa in sintesi

La scadenza del contratto di lavoro è una delle tipologie di perdita del lavoro che da diritto alla Naspi. Ma è evidente che non basta perdere il lavoro, seppur involontariamente per avere diritto alla Naspi.

Infatti occorre rispettare tutta una serie di condizioni utili alla fruizione del beneficio. Prima di tutto occorre che la Naspi venga richiesta dopo il termine del contratto. Lo stato di disoccupazione è quindi fattore determinante e vale per esempio anche durante il periodo di preavviso, periodo dentro il quale la Naspi non può essere richiesta.

Poi, occorre che il richiedente abbia, almeno 13 settimane di contributi versati nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione ed almeno 30 giornate di lavoro effettivo, a prescindere dal minimale contributivo, nei 12 mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione.

Nel caso specifico del nostro lettore, se si trova ad aver maturato i requisiti prima descritti, potrà presentare domanda di disoccupazione all’Inps, entro 8 giorni dalla scadenza del contratto, se vuole fare decorrere la Naspi proprio dall’ottavo giorno dopo la cessazione del rapporto di lavoro.

La Naspi infatti scatta dalla data di presentazione della domanda per istanze presentate entro 68 giorni dalla perdita del lavoro (causa Covid, la scadenza ultima del termine di presentazione della domanda è stata allungata di 60 giorni, cioè da 68 a 128 giorni).