Come si calcola la pensione netta e cosa significa trattamento minimo

Guida al calcolo della pensione e come si arriva all’importo netto partendo dal lordo di cui tanto si parla

Nelle ultime settimane si fa un gran parlare di pensioni vittime della nuova perequazione, di assegni d’oro colpiti dai tagli e di pensioni pari ad un determinato trattamento minimo. A giugno dovrebbero partire i tagli per le pensioni sopra 100.000 euro lordi al mese (le pensioni d’oro) e dovrebbero essere imposti i conguagli a debito per i pensionati con assegni da 1530 euro circa la mese per il nuovo sistema di perequazione. Come evidente, si parla di pensioni lorde, cioè non tassate.

Per esempio, il contributo di solidarietà che il governo ha deciso di applicare alla parte di pensione che eccede i 100.000 euro lordi al mese, cioè i tagli alle pensioni d’oro, colpiranno pensionati che no arrivano a percepire 100.000 euro per davvero. Così come la nuova perequazione, più penalizzante rispetto al vecchio sistema, colpirà davvero le pensioni sopra 1530 euro lordi al mese, ma in realtà si tratta di pensioni vicine a 1.200 euro al mese, al netto naturalmente delle tasse.

Il trattamento minimo di cui tanto si parla è la soglia minima di pensione che l’Inps dovrebbe assegnare ad un pensionato. Anche in questo caso si parla di cifra lorda che per il 2019, dopo il consueto aggiustamento annuale del trattamento minimo è fissata a 513,01 euro al mese.

Il meccanismo perequativo

Le pensionicome gli stipendi, ogni anno si adeguano al tasso di inflazione e da gennaio l’aumento del costo della vita è stato dell’1,1%. L’indicizzazione piena è stata ottenuta dalle pensioni fino a 3 volte il minimo, cioè fino a 1539,03 euro al mese. Per gli altri invece, cioè per le pensioni più alte l’indicizzazione è stata inferiore, proporzionata a scendere quanto più alte sono le pensioni. In pratica, fino a 1184 euro netti al mese da dicembre a gennaio le pensioni sono salite esattamente dell’1,1%. I pensionati con assegni maggiori dunque a giugno dovranno restituire quanto hanno percepito in più da gennaio a marzo, visto che dal 1° aprile molti di loro si saranno resi conto che hanno percepito pensioni più basse rispetto ai mesi iniziali dell’anno.

La pensione netta

Sulle pensioni gravano come per gli stipendi, le tasse, dall’Irpef alle sue addizionali comunali e regionali.
Nel caso della pensione l’Inps funge da sostituto di imposta ed è l’Ente preposto ad effettuare la ritenuta Irpef. L’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche è una imposta progressiva, con aliquote differenti e scaglioni. L’Irpef dovuta pertanto varia in base allo scaglione di reddito nel quale rientra il pensionato. Più alta è la pensione e più alto è il reddito, maggiore è l’Irpef dovuta. Nel dettaglio gli scaglioni dell’Irpef oggi vigenti sono:

• Fino a 15mila euro di reddito: 23%;
• Sopra 15mila e fino a 28mila euro: 27%;
• Sopra 28mila e fino a 55mila euro: 38%;
• Sopra 55mila e fino a 75mila euro: 41%;
• oltre 75mila euro di reddito: 43%.

Le aliquote si applicano a scaglioni, cioè sulla quota parte di pensione. Pertanto, una pensione da 20.000 euro per esempio, sarebbe soggetta al pagamento dell’Irpef nella misura del 23% sui primi 15.000 euro e del 27% sui restanti 5.000. Allargando l’esempio su una pensione maggiore, come può essere una da 80.000 euro, si applicherà il 23%, su 15.000 euro, il 27% sui 13.000 euro successivi, il 38% sugli ulteriori 27.000, il 41% su 20.000 euro ed infine il 43% sugli ultimi 5.000. La tassazione scaglione per scaglione pertanto sarà di 3.450, 3.510, 10.260, 8.200e 2.150 euro. L’Irpef dovuta quindi sarà di 27.570 euro e pertanto la pensione lorda di 80.000 euro al netto solo dell’Irpef diventerà 52.430 euro annui.

A dire il vero però esistono le cosiddette detrazioni e l’ordinamento fiscale nostrano nel prevede una che si chiama “detrazioni per redditi da pensione”. Si tratta di uno sconto sull’Irpef dovuta che però si applica solo sulle pensioni fino a 55.000 euro senza scaglioni o meccanismo progressivo. Per esempio, il pensionato di cui parlavamo in precedenza, con assegno lordo da 80.000 euro sarebbe escluso dalla detrazione. Le detrazioni previste sono differenti anche in questo caso in base alla pensione percepita. Per assegni fino ad 8.000 euro esiste la no tax area, cioè la zona in cui l’Irpef non è dovuta perché la detrazione prevista è pari o superiore all’Irpef dovuta perché trattasi di detrazione pari a 1.880 euro e di Irpef dovuta pari a 1.840 euro.