Aumento spesa militare, Papa Francesco: «Quando ho letto mi sono vergognato»

Il Pontefice si è espresso sull’aumento delle spese militari

Le tensioni internazionali generate dalla guerra in Ucraina fanno soffiare venti di guerra sull’Europa. Con l’augurio che non si assista ad escalation o allargamenti del conflitti, è innegabile che si parli di rafforzamenti della difesa, di riflessioni sull’aumento della spesa militare e di altri temi che la pace in Europa e in Occidente aveva fatto perdere di vista.

2% di Pil per acquistare armi? Papa Francesco: «Pazzi»

C’è chi ritiene, però, che lavorare per la pace armandosi può non essere la strada giusta. Sono, in tal senso, indicative le parole di Papa Francesco in relazione a quelle che potrebbero essere le strategie dei paesi che oggi ritengono di dover innalzare il livello di guardia dopo quanto accaduto in Ucraina. «Io - ha dichiarato il Pontefice - mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono compromessi a spendere il 2 per cento del Più per l’acquisto di armi come risposta a quello che sta accadendo, pazzi!».

Secondo il Papa alle armi non si dovrebbe rispondere con le armi

A riportare le parole di Papa Francesco, raccolte durante l’udienza al Centro Femminile Italiano, è l’Ansa. Secondo il Pontefice la risposta alle armi non dovrebbero essere «né armi, nè altre sanzioni, né altre alleanze-politico militari».

Il bisogno, a parere di sua Santità, sarebbe quello di osservare uno scenario in cui poter vedere «un’altra impostazione» e «un modo diverso di governare il mondo». Il riferimento è anche alla necessità di non far vedere «i denti». Il fine ultimo sarebbe, ovviamente, quello di impostare in maniera diversa le relazioni internazionali.

Vatican News ha, invece, citato un passaggio in cui Papa Francesco ha sottolineato quanto sia insopportabile per quelli della sua generazione quanto sta accadendo. Eventi che diventano esempio «della vecchia logica di potere che ancora domina la cosiddetta geopolitica».

L’Europa punta a rafforzare la sua difesa

La strada tracciata da diversi paesi europei non ha avuto condivisione unanime. L’indirizzo preso è stato quello di inviare armi in Ucraina e l’aumento delle spese militari. Tuttavia, nell’ambito dell’Unione Europea appare chiaro che dopo l’invasione russa in Ucraina si siano aperte strade diverse per il futuro. Un fatto che ha già cambiato la storie e ha minato forse delle certezze per il futuro.

Non a caso è ormai nell’aria la volontà di predisporre un piano di Difesa Ue, a partire dalla creazione di una forza militare comune che sia in grado di dare garanzie ad una realtà che fino ad ora si era impegnata soprattutto sul fronte economico.

I vertici in programma nei prossimi giorni aiuteranno a capire quelli che saranno gli orientamenti europei in relazione ad un contesto che continua a registrare tensioni e soprattutto la prosecuzione delle ostilità in Ucraina, dove si continua a combattere.