Ammiraglio Cavo Dragone: «Tensioni richiamano clima Guerra Fredda»

Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. ha parlato davanti alle Commissioni Difesa di Camera e Senato

«Un clima da guerra fredda». È il richiamo che si percepisce con le attuale tensioni internazionali secondo il Capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. Un quadro fatto in occasione della sua audizione presso le Commissioni Difesa di Camera e Senato.

Guerra in Ucraina, il punto della situazione visto dall’Italia

«Attorno a noi - ha detto in apertura del suo intervento - il mondo è in rapida trasformazione». «L’acutizzarsi - ha proseguito Cavo Dragone - di vecchie tensioni in tutta l’area del Mediterraneo allargato e l’insorgere di nuove richiamano un clima di Guerra Fredda, scaturito purtroppo dall’aggressione russa all’Ucraina e ci inducono a ritenere che pace, stabilità, prosperità, democrazia e stile di vita non siano aspetti scontati. Nemmeno nel nostro continente».

E se c’è incertezza su come si evolveranno le cose, dalle parole dell’ammiraglio emerge una certezza. «È chiaro - ha spiegato - invece che per essi dobbiamo attrezzarci per difenderli e forse ancora lottare e combattere, in un mondo in cui il new normal sarà sempre più competitivo e complesso».

Cavo Dragone: «Scenario evidenzia che Russia vuole riaffemarsi come superpotenza»

Ciò che, da ormai quasi un mese, ha minato quelle che sembravano certezze è stata l’invasione subita dall’Ucraina. «Lo scenario attuale - ha spiegato Cavo Dragone - evidenzia come la Federazione Russa ambisca a riaffermare il proprio ruolo di superpotenza internazionale, utilizzando il suo peso strategico con estrema aggressività come in Ucraina, conducendo sia operazioni classiche con utilizzo massiccio di mezzi pesanti e artiglieria, sia multi dominio rispetto alle quali occorre adeguarsi».

Guerra in Ucraina e impegno Nato: le forze impiegate dall’Italia

L’Italia come paese Nato è al momento impegnata nel pattugliamento delle aree di confine dell’alleanza. Un’azione che ha visto un rafforzamento in termini di risorse impiegate su fianco Est, che pero non è l’unico da considerare.

«L’Italia - ha spiegato l’ammiraglio Cavo Dragone - ha recentemente aumentato la presenza numerica di Eurofighter in Romania, per un totale di 8 veicoli dedicati all’attività di sorveglianza aerea (Air Policing), che si aggiungono ai 250 alpini con 139 mezzi in Lettonia (Enhanced Forward Presence) e alle tre unità navali nel dispositivo delle Standing Naval Forces per la sorveglianza navale dell’area Sud dell’Alleanza».

«Sono pronte - ha proseguito il Capo di Stato Maggiore della Difesa - ad essere mobilitate altre 1350 unità facenti parte della Very High Readiness Joint Task Force, tra cui 500 incursori, oltre 77 mezzi terrestri, 2 mezzi navali e 5 mezzi aerei. AL momento sono in elevato stato di prontezza».

Guerra in Ucraina e il fronte Mediterraneo, le azioni per la sicurezza internazionale

Il livello di guardia è alto anche nelle acque del paese. «Il Mediterraneo - ha detto Cavo Dragone - è diventato sin da subito un fronte della crisi ucraina. Ne sono un pratico esempio le navi da sbarco russe che si sono trasferite dal Baltico al Mar Nero passando in prossimità delle nostre acque territoriali».

Aspetto che ha portato anche ad una serie di contromisure, come spiegato dall’ammiraglio. «La Nato - ha dichiarato - ha reagito con immediatezza. L’esercitazione Nato Dynamic Manta 2022, a cui abbiamo partecipato insieme a diversi paesi alleati, ha visto il riposizionamento e coinvolgimento della portaerei Truman quale chiaro segnale di deterrenza verso la controparte russa».

«La crisi ucraina - ha evidenziato Cavo Draogne - è una conferma di come la sicurezza della comunità internazionale e dell’Italia sia una sfida che si è molto evoluta e parallelamente complicata».