Guerra in Ucraina, aerei italiani a pochi chilometri da confine: chiesta massima attenzione

Gli Eurofighter italiani proteggono i confini Nato in Romania

È un’Italia vicina alla guerra quella che segue il conflitto in Ucraina. Lo è in senso strettamente correlato agli aspetti geografici. E il dato non è sorprendente se si considera che la conflittualità in atto sul terreno ucraino è stata da subito presa molto sul serio per il fatto che riportava un evento bellico ad un passo dal cuore dell’Europa ed al confine con i paesi Nato. Lì dove, in questo momento, ci sono gli Eurofigher italiani in servizio a perlustrare i cieli della Romania.

Guerra in Ucraina, aerei italiani a perlustrare i confini Nato

Non bisogna, perciò, sorprendersi di quelle che sono state le parole generale Luca Goretti, capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, in audizione alle commissioni Difesa. Le ha riportate l’Ansa e si tratta di messaggi che segnalano la contingenza del ruolo delle forze militari italiani. È stato, infatti, autorizzato il raddoppio degli Eurofighter in servizio con la Nato. «Siamo - ha spiegato Goretti - a meno di venti miglia dal confine ucraino». Una linea che rappresenta il tratto di demarcazione su dove si combatte e l’Europa.

Guerra in Ucraina, a equipaggi chiesto di seguire «regole»

Gli eurofighter sono aerei militari italiani, a cui in questa fase viene richiesta la massima attenzione nella loro opera di pattugliamento. «Dobbamo - si legge nelle parole riportate de generale - prestare massima attenzione nella nostra attività di difesa aerea: basta niente per sconfinare e trovarci in guerra».

La necessità che emerge dalle parole del generale è quella di rispettare i protocolli per evitare incidenti che potrebbero, di fatto, creare conseguenze militari. Goretti, nella sua audizione alle commissioni di Difesa, ha rivelato di aver invitato i propri equipaggi a fare ogni cosa «secondo le regole», evitando di farsi prendere dalla foga. La motivazione è facilmente intuibile dalle sue dichiarazioni. «Potrebbero - ha spiegato - esserci tentativi di farci entrare in territorio ucraino e sarebbe la fine».

La Nato non invierà truppe in Ucraina

L’attività italiana si inquadra nel lavoro dell’alleanza atlantica. Da quando è iniziato il conflitto i paesi della Nato hanno spostato propri mezzi e uomini a difesa del confine Est, quello esposto alle zone dove si sta tenendo il conflitto.

Sin da subito la Nato ha espresso la volontà di non inviare truppe in Ucraina e non ha istituito una No Fly Zone sul territorio ucraino. Impiegare i caccia dell’alleanza atlantica per difendere i cieli sopra Kiev e le altre città equivarrebbe a entrare in guerra.

L’obiettivo è evitare che l’eventuale entrata in azione possa portare a quella che, di fatto, sarebbe la Terza Guerra Mondiale. Diverso, però, sarebbe ad essere attaccato fosse un paese della Nato, a quel punto la natura difensiva dell’alleanza renderebbe inevitabile la conflittualità. E nessuno si augura che ciò avvenga.