Siti di notizie bufale: ecco la lista di quelli smascherati da Le Iene

Notizie bufale: un servizio de Le Iene riprende l’inchiesta fatta da due giornalisti e smaschera Matteo Ricci Mignani, la mente che si cela dietro la grande galassia di siti di fake news.

Notizie bufale: la lista dei siti fabbricanti di fake news smascherati da Le Iene.

Da tempo i social network sono letteralmente tempestati dalle notizie bufale: le cosiddette fake news create ad hoc da siti specializzati con lo scopo di attirare il maggior numero di clic, che poi si trasformano in guadagni pubblicitari.

Una battaglia questa contro le notizie bufale lanciata dalla Presidente della Camera Laura Boldrini, spesso vittima delle false news, approfondita poi con un accurato lavoro di ricerca dal giornalista Paolo Attivissimo e dal blogger David Puente. Indagine questa poi ripresa anche dalla trasmissione Le Iene.

Proprio Le Iene hanno ripercorso il lungo fil rouge con un servizio di Matteo Viviani, che partendo dall’indagine dei due giornalisti è arrivato fino ad intervistare Matteo Ricci Mingani, l’uomo che poi davanti alla telecamera ha ammesso di essere dietro a buona parte della galassia dei siti di notizie bufale.

Dal servizio de Le Iene è venuto fuori che Matteo Ricci Mingani, tramite la sua società EdiNet che ha sede in Bulgaria, controlla una galassia di 162 siti tra cui anche almeno 15 specializzati nella realizzazione di notizie bufale.

Notizie bufale: ecco come nascono

Difficile che qualsiasi utente di internet che abbia un account social non si sia mai imbattuto in una notizia bufala. Frasi attribuite a politici, presunti fatti di cronaca o strampalati avvenimenti, questi di solito sono i temi delle fake news.

Si tratta di contenuti creati unicamente con lo scopo di essere cliccati e condivisi, in barba alla veridicità dei fatti. Una galassia di siti di notizie bufale che scaturiscono anche un cospicuo giro di denaro, visto che per ogni clic corrisponde un introito dai banner pubblicitari.

Si tratta di un’autentica piaga dei nostri giorni, che porta migliaia e migliaia di utenti a condividere e credere ogni giorno in notizie false. Queste fake news oltre che rovinare la reputazione di persone, possono portare anche danni economici ad aziende.

Una delle vittime preferite da queste notizie bufale, oltre che gli immigrati in generale, è sicuramente la Presidente della Camera Laura Boldrini, che da tempo ha lanciato l’allarme.

L’attività di indagine poi svolta da Paolo Attivissimo e David Puente, ha portato poi a dare un nome e un cognome a chi si cela dietro questa miriade di siti di fake news.

Dai codici dei banner pubblicitari dei siti di bufale in questione, i due hanno notato come questi spesso riconducevano ad una stessa società, la EdiNet che ha sede legale in Bulgaria. Dall’aprile 2016 CEO della Edinet è Matteo Ricci Mingani.

Matteo Ricci Mingani è un ligure di 44 anni, con un presunto passato in Forza Nuova prima di essere pare allontanato da Roberto Fiore. La sua EdiNet controlla la EdiNetAdv, al quale fanno riferimento almeno 15 siti di notizie bufale.

Notizie bufale: la liste dei siti di fake news

Quando Paolo Attivissimo e David Puente sono risaliti a Matteo Ricci Mingani hanno cercato di intervistare il CEO di EdiNet, che però si è difeso dicendo di non essere uno spacciatore di notizie bufale, ma soltanto di offrire un servizio per ospitare siti web.

Intervistato da Matteo Viviani durante la puntata de Le Iene, Matteo Ricci Mingani invece ha poi ammesso candidamente di esserci lui dietro i siti di notizie bufale, tanto da stare anche preparando un libro che raccoglie i commenti degli utenti alle fake news.

Ecco quali sono i principali 15 siti di notizie bufale gestiti da Matteo Ricci Mingani:

  • Coscienzaitaliana.com
  • Gazzettadellasera.com
  • News24europa.com
  • Ilfattoquotidaino.com
  • News24tg.com
  • Inviaggio.club
  • Newsandroid.eu
  • Catenaumana.net
  • Notizie5stelle.com
  • Viversani.club
  • Ilquotidaino.com
  • Liberogiornale.com
  • Kontrokultura.it
  • Teknokultura.it

Come si può vedere, spesso il dominio di questi siti è simile al nome di importanti e famosi quotidiani nazionali. Questo naturalmente per cercare di ingannare l’utente che, credendo di trovarsi di fronte ad una notizia diffusa da una testata autorevole, la crede vera e la condivide.

Invece si tratta di notizie bufale, create per cercare di fare leva sui sentimenti politici e le paure della gente. Un vero e proprio sistema che porta i siti di fake news a far registrare migliaia di visite, che poi si traducono in buoni guadagni economici. Chi scrive l’articolo invece viene pagato 1,7 euro per 1.000 visite e 17 euro nel caso di 10.000 visite.

La speranza è che ora, grazie anche all’impatto mediatico del servizio de le Iene, finalmente venga posto rimedio al dilagare delle notizie bufale, con anche il Parlamento che sta lavorando per un ddl sulle fake news.