Luigi Di Maio: figuraccia ad Harvard. Le critiche dei ricercatori al Movimento 5 Stelle

Luigi Di Maio, invitato all’università di Harvard, non è stato accolto in modo caloroso. Ecco cosa è successo ieri tra l’esponente del Movimento 5 Stelle e la platea.

Luigi Di Maio, invitato ad Harvard, non si attendeva una platea così battagliera e soprattutto pronta a criticare le sue dichiarazioni. Sin dalla presentazione le cose non sono andate bene per Luigi Di Maio, dal momento che il professor Archon Fung definisce il Movimento 5 Stelle come un partito populista di destra.

La definizione non piace a Di Maio, dal momento che il Movimento ha sempre cercato di rimanere lontano dalle etichette di destra e sinistra. Dopo la breve introduzione del professore, Di Maio tiene il suo speech, leggendo le parole che ha scritto per il suo discorso e non lasciando mai il foglio.
Ma dopo aver espresso tutte le sue idee e aver letto la parte che aveva preparato per l’occasione arriva il momento delle domande.

La platea, tra cui erano presenti molti ricercatori, non si è infatti tirata indietro e ha messo subito in luce il problema principale del Movimento: la mancanza di istruzione degli esponenti.
Un problema da non sottovalutare, ma che in Italia non viene mai criticato e che forse Di Maio non si aspettava sarebbe stato argomento di discussione.

I ricercatori mettono infatti in chiaro che i Movimento non ha figure che siano degli specialisti e che possano ritenersi qualificate per l’impiego. A criticare l’esponente del movimento 5 stelle è anche un ricercatore italiano, Mario Fittipaldi, che critica aspramente le parole di alcuni esponenti del M5S:

Vi siete presentati sulla scena anche parlando di competenze. Ma io non accetto che questo partito sia fatto da persone con un’istruzione molto bassa, come anche lei, bisogna dire, che non ha finito l’università ma che parla di eccellenze universitarie. Paola Taverna, che faceva l’assistente di laboratorio, deve venire a spiegare a me, che studio queste cose da anni, come funzionano i vaccini?

Di Maio cerca di controbattere e mette in luce che le decisione, sue e del suo staff, sono dovute al fatto che non c’è tempo in Italia per aspettare ancora. Afferma infatti:

Io sono uno di quelli che rappresentano una forza politica che voleva avere più tempo per formarsi, per crescere, per provare a governare questo Paese; ma visto che gli esperti, quelli preparati, lo hanno ridotto in queste condizioni, non abbiamo tempo per riuscire a organizzarci con lentezza. Per questo molti di noi hanno lasciato quello che facevano e hanno deciso di impegnarsi in prima persona per cambiare le cose. Ci riusciremo? Non lo so. Di certo io gli esperti li ho visti già all’opera, e abbiamo visto in che condizioni è l’Italia

Argomentazione un po’ debole, se si pensa che di fronte a lui ha una platea di persone con un elevato grado di istruzione e tra i quali ci sono anche molti italiani, che sono stati costretti a emigrare per trovare un assegno di ricerca.
Di certo Di Maio non si aspettava tali critiche, ma aveva intuito fin da subito che la strada sarebbe stata in salita, fin da quando aveva iniziato la sua presentazione il professor Fung.

Il professore di Harvard aveva infatti spiegato che era importante che presso l’università vi fossero differenti pensieri e fossero prese in esame tutti gli schieramenti. Le lamentele per l’invito di Di Maio, avanzate da ricercatori, studenti e personale docente dell’università sono infatti state molte, ma il professore non ha desistito.
Era importante che l’università ospitasse anche un esponente della destra populista italiana (come ha definito il M5S il professore).

Di Maio di certo non ha gradito le parole di presentazione per il suo Movimento, ma ha evitato di controbattere, dal momento che l’unica parte in inglese del suo intervento è stato lo speech.
Le domande e le risposte alla platea sono state tradotte da un interprete che è stato sempre al fianco dell’esponente del Movimento.

La conferenza, organizzata da Yes Europe lab, un laboratorio paneuropeo, aveva il titolo “Capire il Movimento 5 stelle e il ruolo della democrazia diretta in Italia” e per Di Maio si è trasformata in un vero e proprio esame.
Il candidato premier del Movimento 5 Stelle si è trovato in difficoltà in più occasioni e in più di un caso ha dovuto fare riferimento alle scelte del movimento.