Londra, un altro ragazzo italiano ucciso: il terzo in tre mesi

Pietro Sanna, 24 anni di Nuoro, è la terza vittima italiana uccisa a Londra negli ultimi due mesi: la polizia indaga sulla dinamica che sembra condurre a una rapina.

Il ragazzo ucciso a Londra è la terza vittima italiana in tre mesi: nell’ultimo periodo il Regno Unito è stato al centro della cronaca per gli attentati terroristici che hanno colpito Manchester e Londra, poi per il grande incendio alla Grenfell Tower della Capitale britannica e per i contro-attacchi terroristici contro le comunità di musulmani.

Da aprile, Londra è stato il teatro degli omicidi di tre italiani: in ogni caso si è trattato di motivi futili o di rapine finite male. L’ultimo, in ordine cronologico, è il 24 enne Pietro Sanna, da due anni lavoratore a Londra insieme al fratello maggiore. Una vita serena tra lavoro e la passione per la musica: Non si era preoccupato neanche per gli attentati, hanno ricordato i suoi amici.c

Prima di Pietro Sanna è toccato all’italo-egiziano Hosam Ali Eisa e prima ancora a Sinuhe Pianella.

Tre italiani uccisi a Londra

Pietro Sanna è stato trovato ucciso a coltellate nel suo appartamento e ancora non sono noti i motivi dell’omicidio. La pista per ora più accreditata è quella di una rapina finita male, da cui il 24 enne di Nuoro è rimasto ferito.

Di rapina si era scritto anche per la morte di Sinuhe Pianella, 31 enne di di Pero di Breda, aggredito lo scorso 27 aprile a Dulwich Park, in un parco nella zona sud mentre era a passeggio con il cane. L’artigiano mobiliere, da 5 anni a Londra, fu colpito con un cacciavite alla tempia da un 26enne inglese a scopo di rapina.

Il 22 maggio Hosam Ali Eisa, ventenne nato in Egitto ma cresciuto per 14 anni nel Mantovano, è stato ucciso aggredito da una gang nel parcheggio di un supermercato a Romford, vicino a Londra, mentre era in compagnia della sua ragazza. Il ragazzo, cameriere da due anni a Londra con la famiglia, aveva la doppia nazionalità italiana ed egiziana, e le cause sono state uno sguardo mal interpretato: tra i quattro aggressori, tre erano minorenni.