L’immigrazione fa bene all’economia: ecco perché i migranti portano benefici

L’immigrazione aiuta ed incide in modo positivo sulle economie dei paesi: i migranti contribuiscono a far crescere la forza lavoro e il PIL.

L’immigrazione fa bene all’economia. Nonostante l’Europa sia divisa su questo tema, nonostante anche negli USA di Trump si parli sempre più spesso di barriere e confini, la verità è che l’immigrazione incide in modo positivo sull’economia di ciascun paese.

A dirlo è il Fondo Monetario: l’aumento di migranti in Europa porterà benefici soprattutto nei paesi dove il tasso di stranieri è più alto. Al momento in pole position ci sono rispettivamente Germania, Regno Unito e Italia, mete predilette per l’immigrazione.

Stando a quanto riportato dal Fondo Monetario infatti l’immigrazione non fa che immettere nei diversi paesi nuova forza lavoro: c’è un rapporto direttamente proporzionale tra il numero di migranti e le cifre del PIL.


Si pensi alla Germania che nel 2015 ha accolto più di 1 milione di rifugiati e ha visto crescere il suo PIL dello 0,3%.

Nell’Unione europea ci sono circa 34 milioni di persone straniere, il 6,7% della popolazione complessiva. Solo in Italia se ne contano circa 5 milioni. 
Nel 2005 l’incidenza degli stranieri sulla popolazione in Italia era del 3,8%. In dieci anni è arrivata all’8,2%, superando di quasi due punti la media europea.

Immigrazione: in Italia gli immigrati contribuiscono alla forza lavoro

Ma il dato positivo è che la maggior parte degli stranieri in Italia ha un’età molto giovane: si tratta dunque di persone che partecipano attivamente alla forza lavoro e che dunque danno il loro contributo all’Inps.

Dei 5 milioni di immigrati in Italia, 3 milioni 460 mila sono contribuenti in regola e versano nelle casse dello stato un totale di 16,5 miliardi. 
Senza contare il mezzo milione di imprese straniere, condotte da stranieri, aperte nel nostro paese. Soltanto nel 2014 erano 524mila per un prodotto di 96 miliardi di euro.

Se si prendono in considerazioni anche le uscite e le spese, insomma quanto effettivamente “costano” gli immigrati allo Stato Italiano, la cifra si aggira sui 12,6 miliardi.
 Nelle casse italiane restano ben 4 miliardi di euro che, soprattutto oggi, servono più che mai.

Quando dunque le politiche populiste si riempiono la bocca di slogan ormai triti e ritriti, bisognerebbe tenere a mente queste cifre.

Europa e USA tra correnti di estrema destra e politiche anti immigrazione

Negli ultimi anni l’Europa ha faticato molto nella gestione dei flussi migratori e, come dimostrano le sempre più dilaganti correnti di estrema destra di matrice xenofoba, l’accordo di Schengen sulla libera circolazione è minacciato su più fronti.

Anche negli USA la situazione non è delle più floride: la politica americana di Trump intende assumere un atteggiamento di totale e radicale chiusa in questo senso.

La stessa Janet Yellen, Presidente della Federal Reserve, ha recentemente spiegato come la chiusura delle porte ai migranti potrebbe incidere negativamente sull’economia americana.

La verità si ritrova nelle parole di Ben Powell, economista del Free Market Institute della Texas Tech University e autore di un libro intitolato proprio “The Economics of Immigration”, che dice:

“Nessuno dovrebbe aver paura dell’impatto economico dell’immigrazione”.

Questo perché l’economia dell’immigrazione, secondo Powell, è basata sulla teoria del vantaggio comparato in cui gli scambi tra due o più parti, avvantaggiano tutti coloro che sono coinvolti.