Formazione docenti, 24 CFU: quali sono le discipline antropo-psico-pedagogiche per insegnare?

Quali sono le discipline antropo-psico-pedagogiche per i 24 CFU necessari all’insegnamento? Proviamo a dare una risposta agli aspiranti docenti che se lo chiedono.

La riforma del reclutamento docenti introdotta dal Miur stabilisce che, oltre alla laurea magistrale, per poter partecipare al Concorso scuola 2018 e diventare insegnanti è necessario possedere anche 24 CFU in discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche. Ma quali sono le materie necessarie?

Questa la domanda che molti aspiranti insegnanti si sono fatti, anche perché saranno in molti (probabilmente la maggior parte) a dover acquisire i crediti formativi richiesti in forma privata o attraverso corsi extra rispetto al percorso universitario seguito.

In molti, dunque, si chiedono come prendere i 24 crediti formativi universitari richiesti dal Ministero dell’Istruzione come requisito per l’accesso al nuovo Concorso scuola, ma anche se i costi per questa formazione extra saranno a carico del docente o se saranno previste delle agevolazioni. Proviamo a capire qual è la situazione attuale.

Formazione docenti, 24 CFU: le notizie dal Miur

Nei decreti attuativi della Legge 107/15 viene specificato che per poter accedere al Concorso scuola 2018 l’aspirante docente debba possedere una laurea magistrale o a ciclo unico e di

24 crediti formativi universitari o accademici (CFU/CFA) acquisiti in forma curricolare, aggiuntiva o extra curricolare nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche.

Inoltre, deve essere garantito il possesso di almeno 6 crediti in tre dei quattro ambiti disciplinari seguenti:

  • pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione;
  • psicologia;
  • antropologia;
  • metodologie e tecnologie didattiche.

Il Miur, però, ha in programma un decreto legge che chiarisca molti dei dubbi suscitati da queste diciture: a partire dai codici dei corsi da seguire e dagli obiettivi formativi da raggiungere, fino ad arrivare a questioni più concrete.

Tra queste c’è sicuramente l’aspetto relativo ai costi dei corsi extra curricolari, specificando chi si dovrà far carico della spesa, ma anche il come acquisire i CFU necessari.

Purtroppo, però, non ci sono ancora notizie certe, mentre molte strutture di formazione privata cominciano ad offrire corsi per poter acquisire i 24 CFU.

I costi dei corsi, però, sono ingenti, tanto che un solo corso (in media saranno 4 quelli da seguire) può arrivare a costare anche 200 o 300 euro, per un costo totale che oscilla tra i 700 e i 1000 euro.

La maggior parte dell’offerta formativa privata propone corsi nell’ambito della pedagogia speciale e didattica dell’inclusione, antropologia culturale e sociale, metodologie e tecnologie didattiche e psicologia scolastica.

Formazione docenti, 24 CFU: i problemi della proposta

L’attesa cresce e dal Ministero dell’Istruzione tutto tace, con tempi sempre più stretti considerando che manca poco più di un anno al nuovo concorso e che molti docenti rischiano di essere tagliati fuori, attendendo ulteriori due anni.

Insomma, la domanda rimane: quali sono le discipline antropo-psico-pedagogico per insegnare?

Il problema dell’assenza di direttive è che si sta già formando un business intorno alla formazione insegnanti, che saranno costretti a sborsare molti soldi per riuscire ad ottenere una possibile immissione in ruolo.

Oltre ai costi universitari già sostenuti, molti neo-laureati si troveranno a dover sostenere ulteriori spese per acquisire i 24 CFU, come pure tanti aspiranti docenti precari che in questi ultimi anni hanno effettuato supplenze, ma che non sono riusciti ad accumulare le 36 mesi necessari all’accesso al Concorso semplificato.

Una situazione, dunque, che fa arrabbiare sindacati e aspiranti docenti, quest’ultimi in una condizione di continuo stress a causa dei molti cambiamenti intervenuti nella scuola negli ultimi anni.

L’augurio è che il Miur faccia il necessario per ridurre al minimi i costi da sostenere e per accelerare i tempi per i decreti, in modo da consentire ai tanti precari e neo-laureati di conseguire i 24 CFU necessari. Le premesse, però, non sembrano essere incoraggianti.