Default banca: cosa succede ai conti corrente?

Quando una banca dichiara fallimento, i correntisti fanno un balzo. La paura più grande è capire che fino fanno i soldi dei propri conti corrente. Vediamo cosa può succedere.

Il Default di una banca non è certo cosa impossibile. Anzi, negli anni più volte è capitato. Ed i correntisti sono subito corsi in banca, per capire cosa succede ai propri risparmi. Ma anche in questo periodo di pandemia, il sistama bancario italiano, è posto sotto grande stress. Da una parte i privati, ad esempio, che sospendono i pagamenti anche del mutuo. Dall’altro i vari finanziamenti messi in atto dal governo, attraverso bonus e nuovi DPCM. Insomma, la situazione è tesa e la paura di bancarotta di alcune banche potrebbe incombere. Meglio farsi trovare pronti.

Default: il fondo interbancario a tutela dei depositi

Gli istituti di credito operanti in Italia, devono aderire al Fondo interbancario di tutela dei depositi. Il fondo garantisce i depositi fino al valore di 100.000 euro. La copertura FITD si applica a: conti corrente, contanti e depositi vincolati. Ma si applica anche ai certificati di deposito nominativi, libretti di risparmio nominativi e assegni circolari.

I depositi al portatore non rientrano in questo fondo . E non si applicano nemmeno alle carte di credito. Ma il fondo rappresenta, comunque, una forma di sicurezza da offrire ai risparmiatori. Perché si sa, gli italiani sono un popolo che ama risparmiare o investire nel settore immobiliare. Anche se ultimamente, il settore degli investimenti offre buoni risultati.

Default: cosa succede se la banca fallisce?

Quando una banca fallisce, possono aprirsi diversi scenari. Il primo, è quello che la banca possa essere assorbita o acquistata da un’altra. Questo, permette, ai risparmiatori di dormire sogni sereni. E nulla succede sui conti corrente, azioni, depositi o quant’altro.

Il secondo caso prevede che la stessa banca, venga scissa in due nuovi istituti. In uno va a confluire la parte sana, salvando e proteggendo i correntisti. In questa parte, non cambia nulla. Anche i mutui continuano ad essere in vigore. Dall’altra invece le perdite, le passività, che si sono registrate all’interno. Questo secondo istituto andrà a portare al termine i rapporti in essere.

Il terzo caso, prevede invece, un prevede un taglio deciso su titoli, azioni e tutti i conti corrente superiori ai 100.000 euro. Questo è il caso che per fortuna non si è mai sperimentato in Italia. Anche perché in questo caso, le perdite avrebbero un valore non indifferente.

Default: la possibilità del rimborso.

Grazie al fondo interbancario di tutela dei depositi, i risparmiatori possono ricorrere al rimborso sui loro depositi. Il rimborso dei depositanti avviene solo in caso di liquidazione coatta amministrativa di una banca. I depositanti sono rimborsati entro 20 giorni lavorativi dalla data in cui è iniziata la liquidazione. Così come disposto dall’ attuazione della Direttiva 2014/49 / UE. Il termine può essere ridotto a 7 giorni lavorativi.

E’ lo stesso Fondo a rimborsare il correntista. Pertanto, non occorre che quest’ultimo faccia qualche operazione in particolare. In merito agli interessi, è meglio fare una precisazione. Il livello massimo di 100.000 euro, include gli interessi maturati, alla data in cui entrano in vigore gli effetti della liquidazione coatta amministrativa. Lo stesso vale anche se l’intestatario è proprietario di un conto corrente in valuta estera. Gli importi superiori al limite di 100.000 euro, non sono rimborsati dal fondo.