Chi è Ayla Albayrak e perché è stata condannata?

Fa discutere l’ennesimo caso di condanna di un giornalista estero da parte della Turchia. Ecco chi è Ayla Albayrak e cosa ha fatto.

Una giornalista del Wall Street Journal è stata condannata al carcere sulla base di un’accusa di «propaganda terroristica» in Turchia.

Ayla Albayrak, questo il suo nome, dovrà scontare secondo la giustizia turca più di due anni di prigione, in una sentenza che sta adesso scuotendo il mondo del giornalismo americano e non, oltre che la rabbia e la solidarietà dei sostenitori della libertà di stampa

Ayla Albayrak, giornalista turco-finlandese, è stata accusata per colpa di un articolo scritto due anni fa, nell’agosto del 2015.
La condanna è avvenuta in assenza della giornalista, che si trovava a New York, dove vive al momento.

«Chiediamo alle autorità turche di non contestare l’appello di Ayla Albayrak e di far cadere tutte le accuse contro di lei», ha detto Nina Ognianova del Committee to Protect Journalists in una dichiarazione.

Condannata per aver contribuito alla causa curda

La condanna è giustificata dal fatto che secondo le autorità turche, l’articolo scritto dalla giornalista appoggiava la causa del PKK, partito definito terrorista dalla Turchia e da molti altri paesi.

La giornalista avrebbe svelato informazioni che la Turchia avrebbe preferito non divulgare: «La decisione mostra la misura in cui le autorità non avevano voluto che le operazioni che stavano succedendo nel sud-est della Turchia fossero segnalate», ha detto Albayrak in una dichiarazione.

La critica situazione della stampa in Turchia

La Turchia è il paese che ha imprigionato più giornalisti di qualsiasi paese del mondo, secondo il CPJ e Amnesty International. Molti dei più di 70 attualmente incarcerati sono stati condannati per cause simili, accusati di coprire i curdi separatisti.

«Decine di giornalisti sono imprigionati per il loro lavoro in Turchia e questa condanna è un segnale che le condizioni per la stampa continuano a deteriorarsi. Anziché dispensare giustizia, il sistema giudiziario della Turchia è diventato uno strumento di persecuzione» ha continuato Ognianova, che non ha tutti i torti.

In seguito al fallito golpe militare del luglio 2016, il governo di Erdoğan ha inasprito la severità nei confronti di giornalisti, critici e in generale dell’intera classe intellettuale che non sia in linea col governo.

Il caso di Ayla Albayrak è solo uno dei tanti casi diplomatici che finiscono inoltre col rovinare i rapporti fra Turchia e gli altri paesi, su tutti l’Olanda (dopo il caso diplomatico dello scorso marzo) e l’America, paese in cui vive Fetullah Gülen, nemico numero del capo dello stato turco, il quale lo accusa di aver organizzato il colpo di stato.