Vietato respingere migranti! Italia multata, ecco perché

Non è legale respingere migranti che fuggono da Paesi dove vengono violati diritti umani, la sentenza che condanna l’Italia.

Per la prima volta l’Italia subisce una sanzione per aver respinto i migranti fuggiti dalla Libia. È ciò che prevede una sentenza del 28 novembre scorso, emanata dal Tribunale di Roma. La pronuncia che farà sicuramente discutere è la sentenza n° 22917 del 28 novembre 2019. L’Italia condannata a risarcire i migranti rimandati in Libia. Ecco di cosa si tratta e cosa prevede la sentenza.

Risarcimento danni

Gli ermellini del Tribunale di Roma hanno condannato l’Italia richiamando a ciò che prevedono la Convenzione Europea Diritti dell’Uomo e la Convenzione di Ginevra. Non si possono respingere i rifugiati che scappano da un Paese dove i diritti umani vengono violati. A prescindere dalla pericolosità o meno dei clandestini, la sentenza impone il divieto al respingimento. La sanzione comminata alle autorità di uno Stato che ordina di non fare sbarcare i migranti, ed in questo caso l’Italia, è il risarcimento dei danni ai migranti. Tutti hanno diritto ad un porto sicuro che evidentemente, non può essere il Paese da cui scappano e dove vengono rimandati indietro.

Il caso finito in Tribunale

Il caso specifico finito di fronte ai giudici romani riguarda 14 stranieri. Sono state Amnesty International e Asgi a portare la vicenda in sede giudiziaria. Una vicenda del 2009, quando la Marina militare Italiana, intercettò un barcone con 14 profughi libici a bordo ed al posto di scortarli in Italia, li consegnò alle autorità libiche così come ordinato dal Viminale. Stando alle Convenzioni internazionali, in quella occasione l’Italia ha violato le regole di accoglienza, perché se si fugge da Paesi dove sono in corso fenomeni di violazione dei diritti umani, le richieste di asilo sono pressoché obbligatorie. L’Italia avrebbe dovuto riconoscere la tutela ai rifugiati e la nostra Marina, avrebbe dovuto sapere che la Libia non poteva rappresentare un porto sicuro. Secondo la sentenza, l’Italia è obbligata a rispettare i trattati e le convenzioni internazionali, a prescindere da accordi privati con il governo di Tripoli.

Cosa accade adesso

I giudici adesso hanno condannato l’Italia, e la sua Presidenza del Consiglio dei Ministri, a risarcire i 14 migranti poiché era scontato che una volta rispediti in Libia, sarebbero stati oggetto di trattamenti crudeli e disumani. I naufraghi, eritrei di nazionalità, fuggivano da una zona dove le autorità locali erano soliti attuare sistematiche violazioni dei diritti umani anche dopo l’accordo di pace raggiunto con l’Etiopia. Ed era scontato che rimandare indietro i migranti, negando loro l’approdo in un porto sicuro come poteva essere l’Italia, che tornati nell’Africa settentrionale questi profughi sarebbero stati testati in modo poco umano, rischiando addirittura di morire. Come spesso accade in materia legale, le sentenze e le pronunce spesso fanno giurisprudenza e questa del Tribunale di Roma potrebbe essere importante, producendo il precedente che di fatto impedirebbe altri casi di respingimento dei migranti.