Vaiolo delle scimmie, come si trasmette e il ruolo del vaccino nella protezione

Il professor Matteo Bassetti ha spiegato alcuni punti intervenendo nel corso della trasmissione di Rai Radio 1 «Un giorno da pecora»

Sta facendo notizie il fatto che sia stato identificato il primo caso di vaiolo delle scimmie in Italia. È successo allo Spallanzani di Roma e riguarda una persona che è rientrata dalle Canarie. Sul tema, intervenendo a Un Giorno da Pecora su Rai Radio 1, è stato il professor Matteo Bassetti che ha fatto un po’ di chiarezza sulla situazione.

«È molto simile – ha spiegato il direttore delle Malattie Infettive del San Martino di Genova - al vaiolo umano. Però per fortuna dà una forma molto più leggera. I dati di mortalità del vaiolo non si ripropongono per quanto riguarda il vaiolo della scimmia. Siccome è stata dimostrata la trasmissione interumana bisogna fare molta attenzione».

Vaiolo delle scimmie, come avviene il contagio

L’esperienza con il Covid tuttavia può essere considerata un paragone non calzante, poiché la pandemia ancora in corso è stata dominata da un coronavirus con un potere contagiante più elevato. Bassetti ha spiegato i possibili metodi di trasmissione del vaiolo delle scimmie. «Si trasmette – ha spiegato - toccando le lesioni che sono ricche di virus e attraverso le goccioline di flugge. Attraverso il respiro, ma solo in maniera molto ravvicinata».

La minore contagiosità rispetto all’ultimo virus che ha terrorizzato il mondo, ovviamente, non deve però fare dormire totalmente sonni tranquilli. «Dobbiamo – ha spiegato Bassetti - evitare gli errori già commessi con il Covid. Dobbiamo essere tutti molto uniti tra paesi europei, scambiandoci informazioni e cercando soprattutto di limitare subito ed enucleare subito eventuali focolai».

Vaiolo delle scimmie, Bassetti: «Chi non ha fatto la vaccinazione del vaiolo è meno coperto»

Alla domanda su quanti casi sono stati rilevati e quanti potrebbero diventare, Bassetti è stato chiaro. «Per ora – ha evidenziato - solo una ventina, ma mi pare di capire che ne vedremo molti di più nei prossimi giorni. Arriveremo a qualche migliaio di casi».

E sul come affrontare il vaiolo delle scimmie i terreni restano due. «Non c’è - ha spiegato l’infettivologo - terapia, però la cosa buona è che il vaccino del vaiolo umano, quello che abbiamo fatto in Italia fino agli inizi degli anni ’70, funziona».

Chi ha meno di 50 anni è, dunque, altamente probabile che non sia vaccinato contro il vaiolo. «Chi non ha fatto la vaccinazione del vaiolo – ha chiarito Bassetti - è meno coperto». E sull’eventuale necessità di una vaccinazione per chi non l’avesse fatto l’infettivologo ha dichiarato: «Bisogna vedere intanto come evolve questo virus».

Bisognerà, dunque, attendere i prossimi giorni per capire come si evolveranno le cose e capire come agire verso questo nuovo virus su cui prestare attenzione. Non resta che confidare ancora una volta nell’ausilio della scienza per risolvere le situazioni che dovessero profilarsi.