Ultime guerra in Ucraina: ripresa negoziati Russia-Kiev, le possibili novità

Ad Andare il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha incontrato il suo collega russo Sergej Lavrov

La guerra in Ucraina dura ormai da oltre cento giorni. Durante i primi giorni le immagini dei negoziati tra gli emissari di Mosca e Kiev regalavano quasi l’illusione che il conflitto potesse durare poco. La realtà dei fatti dice che, a distanza di settimane, si cerca di capire quanto potranno ripartire in maniera decisiva i possibili tentativi di mediazione tra le parti. E mercoledì 8 giugno è stata la data in cui, in qualche modo, se ne è tornato a parlare.

Lavrov ha parlato di Zelensky come «volubile»

Alcuni osservatori ritengono che il possibile punto di svolta sarebbe l’incontro tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. Su questa eventualità ha espresso il suo pensiero anche il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, in visita ad Ankara. Nelle dichiarazioni riportate da Repubblica.it e riprese da Interfax ha parlato del presidente ucraino come di una persona «volubile come il vento».

L’esponente del governo russo ha dichiarato che il premier ucraino ha detto apertamente che la ripresa dei colloqui sarebbe possibile se i contingenti russi tornassero sulla linea che avevano il 25 febbraio. «Questo approccio - ha detto Lavrov - non è assolutamente serio, inoltre è in contrasto con le iniziative presentate dalla delegazione ucraina a Istanbul il 29 marzo». Tuttavia, Lavrov ha fatto capire che affinché si arrivi ad un vertice tra i due leader sarà necessario che riprendano i negoziati tra le parti.

Negoziati Russia-Ucraina, ci sono margini?

Al di là, però, di queste dichiarazioni dalla visita di Lavrov ad Ankara emerge anche un’altra dichiarazione. Quella che proviene dal suo omologo turco Mevlut Cavusoglu, secondo cui esisterebbero i margini affinché Russia ed Ucraina riprendano i colloqui per un cessate il fuoco. Parole che arrivano dall’esponente governativo di un Paese a cui si riconosce il potenziale ruolo di mediatore tra le parti.

La Turchia si è detta pronta ad ospitare eventualmente i prossimi negoziati, oltre che a svolgere il compito di chi può aiutare le parti a trovare un punto di mediaizone.

La questione grano è sempre attuale

L’incontro Mevlut Cavusoglu e Sergej Lavrov è è stata anche l’occasione per parlare dei corridoi sicuri per il grano. Si tratterebbe di rotte commerciali che, se liberate, consentirebbero il passaggio delle merci ucraine via mare e il conseguente trasporto verso le aree che le acquistano.

Tra le questioni da affrontare c’è quella dello sminamento dei porti. Un’attività per la quale si ipotizza il ruolo di supervisore da parte della stessa Turchia. La Russia ha manifestato apertura alla possibilità di garantire la sicurezza alle navi ucraine che lasciano i porti. Una disponibilità data anche nell’ottica di una cooperazione con la Turchia. A occuparsi dello sminamento dovrebbe essere, invece, la stessa Ucraina.

I rischi della crisi alimentare riguardano, come è noto, tutti quei paesi che importano il loro grano prevalentemente da Kiev. Stati per lo più non ricchi, che rischiano di andare incontro a tensioni sociali qualora venisse a diminuire la disponibilità ed aumentassero i prezzi. L’eventuale apertura delle rotte commerciali eviterebbe che questo problema si palesi all’orizzonte.