Tax Freedom Day il 7 giugno: cos’è e perché se ne parla per chi paga le tasse

Un interessante studio della Cgia di Mestre offre un’interessante chiave di lettura dell’anno in materia «fiscale»

Il 7 giugno chi paga le tasse vivrà il suo Tax Freedom Day. Il giorno di liberazione fiscale, però, non è una scadenza istituzionale, ma una definizione che deriva da un interessante studio della Cgia di Mestre. Ma per capire cosa si intende, meglio andare con ordine.

Il 7 giugno è una data solo «teorica»

L’Ufficio Studi della Cgia ha precisato che l’indicazione di questa data è frutto di un esercizio teorico, derivante ovviamente dai dati. Questi raccontano che fino al 6 giugno gli italiani lavorano per versare tasse e contributi previdenziali allo Stato.

Il riferimento è al monte economico costituito da contributi previdenziali, Irpef, Imu, Tari, Irap e varie addizionali. Si può, dunque, evincere che a livello teorico dal 7 giugno, invece, i guadagni diventano uno strumento da impiegare nei propri bisogni e consumi.

Pressione fiscale in Europa: il dato dell’Italia a confronto con gli altri

Semplificando ancora di più il concetto: gli italiani per quasi metà anno lavorano per pagare imposte e tributi. Una dimostrazione di quanto alta sia la pressione fiscale sui cittadini del Bel Paese. La Cgia ricorda, ad esempio, come solo la Francia abbia un carico superiore tra le nazioni maggiori.

Il dato è al 43,5% per l’Italia e sale fino al 47,2% per i cittadini francesi. Volgendo uno sguardo anche a tutte le nazioni dell’Unione Europea, l’Italia è dietro a Danimarca (48,1%), la stessa Francia, Belgio (44,9%), Austria (43,8%) e la Svezia (43,7%). La media europea è al 41,5%.

Un anno fa il Tax Freedom Day era arrivato dopo

Altre informazioni rilevanti fornite dalla Cgia sono quelle relative all’evoluzione nel corso del tempo. Il Tax Fredoom Day arrivato prima nel corso di un anno risale al 2005, era il 23 maggio. Questo significava semplicemente che in quell’anno la pressione fiscale era stato inferiore ed infatti il dato segnalato è al 39%.

Il record opposto, invece, si è avuto nel 2021, quando la pressione fiscale era al 43,5% e il Tax Freedom Day era invece arrivato l’8 giugno. La spiegazione è che questo era riferibile non all’aumento delle imposte, ma al fatto che il Pil avesse avuto una crescita significativa dopo il crollo che si era avuto nel 2020.

Tasse: c’è anche il problema evasione

Per tanti che pagano le tasse e ne conoscono l’importanza ai fini del bene collettivo, altri non lo fanno. Secondo un’ultima stima, di cui ha parlato anche il direttore delle Agenzie delle Entrate, almeno diciannove milioni di italiani hanno ricevuto almeno una cartella esattoriale.

Una situazione in cui non tutti evadono per scelta, ma in cui ci sono anche persone semplicemente in difficoltà e impossibilitate ad onorare gli impegni fiscali. Tutte le questioni segnalate, in ogni caso, impongono una riflessione al fine di trovare soluzioni che possano garantire la direzione giusta a livello economico.