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Natale è terminato ma il 26 dicembre è ancora un giorno di festa per celebrare la figura di Santo Stefano. Conosciamo insieme la sua storia e perché si festeggia proprio nella giornata di oggi.
La vera storia di Santo Stefano
Oggi 26 dicembre è ancora un giorno di festa e secondo il calendario cattolico, dopo Natale festeggiato il 25 dicembre, si celebra la figura di Santo Stefano (nel calendario ortodosso si festeggia domani 27 dicembre).
Secondo quanto rilasciato tra gli scritti del Nuovo Testamento, Stefano è stato il primo martire del cristianesimo e per questo motivo ricordato e festeggiato. Facendo un grande passo nel passato, era il 36 d.C. quando Stefano viene accusato di Blasfemia dal Sinedrio e poi condannato alla lapidazione.
Tra i suoi inquisitori spunta il nome di Saulo di Tarso, ovvero San Paolo. In effetti non si può avere una data certa in merito alla sua morte vista la modalità: bisogna pensare che non sia stato ucciso con il metodo classico utilizzato dai romani ovvero la crocifissione ma con la lapidazione.
La tipica esecuzione giudaica non l’ha fatto morire nell’immediato ma dopo alcuni giorni di agonia. Gli scritti portano il suo decesso nel 36 d.C. durante il vuoto amministrativo creatosi dopo la deposizione di Ponzio Pilato che si era inemicato tutta la popolazione per i suoi metodi barbari e violenti.
Dopo questo avvenimento, Sinedrio prende il potere in Palestina e per ogni piccolo capriccio la sua risposta era una condanna a morte tramite la lapidazione. Sempre gli scritti, in questo caso della Bibbia, riportano che Stefano con il suo modo di fare si sia inemicato dei liberti che erano dei discendenti degli Ebrei schiavizzati da Pompeo e poi liberati successivamente.
Ma c’è anche un altro riferimento, infatti Sant’Agostino durante un suo discorso nel 425 racconta che il corpo di Stefano sia stato trovato a Gerusalemme 10 anni prima e proprio in quel periodo sono iniziati a verificarsi non pochi miracoli. Un testimone che ha assistito alla sua lapidazione ha lasciato scritto che sia morto con estrema fede e coraggio.
Perché si festeggia il 26 dicembre?
In greco Stefano significa “coronato” ed è il patrono dei diaconi: visto il modo in cui è stato ucciso è invocato contro i calcoli ed è altresì il patrono di muratori e tagliapietre.
Chi osserva la fede religiosa cristiana venera il martire Santo Stefano, ma di lui ancora si ignora la provenienza e la sua storia prima che fosse ucciso. C’è chi dice che fosse greco, altri ebreo con una educazione particolare: quello che è certo è che sia stato il primo giudeo a diventare cristiano seguendo gli Apostoli. Un uomo di cultura, fede e saggezza che è diventato il primo diacono a Gerusalemme.
La festa nazionale del 26 dicembre non è osservata solo in Italia ma anche in Danimarca – Germania – Irlanda – Svizzera cantone italiano – Austria – Croazia – Romania e San Marino.
Il giorno festivo in Italia non è mai stato richiesto dalla Chiesa cattolica ma voluto per prolungare le feste natalizie, così come accade a Pasqua e Pasquetta, infatti prima del 1947 il 26 dicembre era un normale giorno lavorativo.