Rincaro carburanti: perchè sta aumentando la benzina?

Gli italiani si sono accorti quanto i prezzi siano cresciuti negli ultimi giorni

Il rincaro dei carburanti è un fattore che, per dirla in termini calcistici, entra a gamba tesa nella quotidianità degli italiani. Il tabellone dei distributori sulla rete stradale e autostradale racconta impietosamente quanto il costo di benzina e diesel stia raggiungendo livelli di portata storica. Si arriva ben oltre i 2 euro e oggi ci si chiede per quanto ancora si dovrà vedere le cose peggiorare e soprattutto se ci saranno le condizioni affinché si possa tornare indietro.

Rincaro benzina, pesano le tensioni a livello internazionale

Confrontando i prezzi di oggi, con quelli dello stesso periodo del 2021, si arriva a rilevare differenze che possono anche raggiungere e superare i 70 centesimi al litro. Tuttavia, per capire quali potranno essere le evoluzioni bisogna partire da un altro punto.

Perché la benzina sta aumentando? L’interrogativo trova risposta anche considerando quanto sta accadendo a livello internazionale. La guerra in Ucraina ha, infatti, rappresentato una spinta significativa ai fini dell’evoluzione delle tariffe a cui si sta assistendo.

Prezzo del petrolio vicino ai massimi storici

Dal momento in cui si è scatenata la conflittualità sul territorio ucraino si è passati da 95 euro di costo medio per un barile di petrolio, ai circa 120 attuali. Un barile di petrolio del Brent (proveniente dai mari del Nord), in particolare, ha visto il suo prezzo arrivare a sfiorare i 140 dollari e ora si è assestato sui 130. Nel 2008 il suoi record aveva toccato i 147,50 dollari.

Aumento prezzi benzina, rischio diretto ed indiretto

Quello che, però, maggiormente interessa i cittadini sono gli effetti sul carburante. Anche perché non bisogna dimenticare che si tratta di un parametro che va inevitabilmente ad influire sulla gestione economica degli autotrasportatori e, dunque, sui costi per la movimentazione delle merci. Questo, in caso di mancata inversione di tendenza, potrebbe inevitabilmente portare ad un aumento dei prezzi. Un effetto domino che finirebbe per unirsi a quello determinato dall’aumento dei costi per gas ed elettricità.

Aumenti benzina e sanzioni alla Russia, punti da ricordare

Secondo le stime il petrolio russo corrisponde all’8% dell’offerta mondiale. La preoccupazione rispetto alla possibilità che le sanzioni internazionali possano portare alla necessità di individuare delle alternative, sta inevitabilmente influendo sugli aumenti.

Nei giorni scorsi, per contrastare l’ascesa dei prezzi, si era deciso di rilasciare 60 milioni di barili facenti parte delle scorte internazionali. La decisione, dopo all’invasione russa, era stata presa dall’Aie (Agenzia Internazionale dell’Energia), di cui fanno parte 31 paesi industrializzati. Una scelta che, per quanto utile, non è riuscita ad arginare il fenomeno dell’aumento dei prezzi.

La situazione risulta, perciò, da monitorare con grande attenzione. Anche perché, oltre a monitorare l’andamento della situazione internazionale, sarà da capire come a livello internazionale si andrà a gestire una situazione che, come nel caso del gas, va ad interessare non solo l’Italia, ma diversi paesi.