Reddito di cittadinanza: quale futuro dopo incontro Draghi-Conte?

Si parla molto delle possibili aperture del premier in relazione alle richieste di Conte e del Movimento 5 Stelle

Ha avuto grande attenzione mediatica il vertice tra Giuseppe Conte e Mario Draghi. Nell’occasione il presidente del Movimento 5 Stelle ha consegnato al premier un documento in cui si elencano le ragioni del disagio politico pentastellato degli ultimi tempi. Si sono chieste, in un certo senso, garanzie rispetto a quelli che sono i principi del partito e alla direzione del Governo.

Reddito di cittadinanza: il M5s aspetta garanzie?

Tra i punti trattati c’è la misura bandiera del Movimento 5 Stelle: il reddito di cittadinanza. Non è un mistero che l’attuale maggioranza comprenda partiti che non lo apprezzano, che ne vorrebbero una revisione sostanziale o che preferirebbero che si investissero le risorse in altro modo sul mondo del lavoro. Il Movimento 5 Stelle si aspetterebbe in particolare che il premier esprimesse una pubblica posizione che risulti favorevole alla misura.

Draghi condivide concetto alla base della misura

Non si tratterebbe, in realtà, di qualcosa destinata ad andare in controtendenza con quanto detto da Draghi fino a ora. Si possono citare un paio di uscite. Era l’agosto del 2021 e il presidente del Consiglio disse di condividere «in pieno» il concetto che è alla base del reddito di cittadinanza. In quella circostanza disse che era troppo presto per dire se sarebbe stato riformato.

Quando Draghi rispose ad uno studente sul reddito di cittadinanza

Nel settembre del 2021 fece, invece, notizia la lettera che il premier inviò ad uno studente che gli aveva inviato la sua tesi sul reddito di cittadinanza. In quella circostanza sottolineò il fatto che fosse ispirato a valori costituzionali come «eguaglianza» e «solidarietà politica, economica e sociale». Mettendo il rilievo il carattere di misura volta a sostenere le «le fasce più vulnerabili della popolazione», parlò anche di «limiti» con riferimento alle «politiche attive sul lavoro».

Draghi, tra l’altro, è un europeista convinto e molti paesi europei hanno misure paragonabili al reddito di cittadinanza. Non ci sarebbe, dunque, nulla di anomalo se il premier desse garanzie rispetto alla sua posizione a favore del reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza: con il governo Draghi si potrebbe pensare ad un miglioramento

La condivisione del principio che è alla base del reddito di cittadinanza per Draghi e le riserve sulla parte delle politiche attive sul lavoro rappresentano forse il pensiero che potrebbe tenere unita la maggioranza. Con un futuro in cui la misura non sia messa in dubbio, ma si individuino strategie che favoriscano l’inserimento nel modo occupazionale dei percettori. Ma è bene utilizzare il condizionale e capire come le cose si evolveranno le prossimo futuro.