Reddito di cittadinanza, Orlando: «Beneficiari non scappano dal mondo del lavoro»
Per percepire il reddito di cittadinanza nel 2022, sia per chi è in continuità di fruizione che per chi intende presentare la prima volta la domanda, serve un Isee in corso di validità. Gli Isee 2021 scadono il 31 dicembre prossimo.
Ciò significa che da gennaio si ripartirà alla caccia della certificazione, nel senso che ogni famiglia (anche per altre prestazioni, sconti e benefici) dovrà rinnovare l’Isee.
Calcolando i tempi classici per ottenere la certificazione, tra necessità di munirsi dei documenti bancari e postali del patrimonio mobiliare al 31 dicembre 2020 e tecnicismi di Caf e Patronati con il sito Inps, a gennaio sarà difficile avere immediatamente la nuova certificazione.
Per questo il sussidio, o meglio, il reddito di cittadinanza a gennaio verrà ancora erogato sulla base dell’Isee presente in archivio Inps, seppur scaduto. Ma a febbraio cambia tutto, perché l’Isee diventerà necessario e senza ci sarà chi rischia di vedersi sospeso il bonus.
Febbraio mese cruciale per i beneficiari del reddito di cittadinanza
Dal momento che in premessa abbiamo parlato di Isee, è evidente che senza aggiornare la certificazione, se gennaio viene salvaguardato, non sarà così per febbraio.
Senza una DSU in corso di validità, con i dati reddituali e patrimoniali aggiornati al 31 dicembre 2020 (per l’Isee 2021 erano aggiornati al 2019), è evidente che l’erogazione del sussidio venga sospesa. Una sospensione fino a completamento del rinnovo dell’Isee naturalmente.
Perché una volta che si è proceduto ad espletare l’adempimento, tutto va a posto e si ritorna, fermo restando il soddisfacimento dei requisiti, a riprendere il beneficio. In questo caso non si perde niente, perché la scadenza dei 18 mesi slitta di tanti mesi quanti sono stati quelli di sospensione.
Decadenza del beneficio, ecco chi rischia
Naturalmente tutto dipende non soltanto dalla data in cui si rinnova l’Isee, perché bisogna prestare attenzione pure ai nuovi risultati dell’Isee. Cambiando l’anno di riferimento di patrimonio mobiliare ed immobiliare, è evidente che si potrebbe finire con l’essere esclusi dalla misura.
In questo caso non si parla di sospensione, ma di decadenza del beneficio.
Il superamento delle soglie reddituali e patrimoniali che danno diritto al beneficio potrebbe essere un problema per molti, che riceverebbero a gennaio l’ultima mensilità del sussidio per poi uscire fuori dal programma.
Vanno ricordati al riguardo, i limiti a cui devono sottostare i potenziali beneficiari del sussidio, sia per la conferma del sussidio che per le nuove erogazioni. Nello specifico ci sono:
- Isee entro la soglia dei 9.360 euro;
- Redditi non superiori a 6.000 euro per il single, aumentati in misura pari alla scala di equivalenza prevista in base alla composizione del nucleo familiare;
- Patrimonio mobiliare fino a 6.000 euro per i single, aumentato in base alla composizione del nucleo familiare e di eventuali disabilità all’interno.
Basta poco per perdere il diritto al sussidio
Evidente che il semplice superare uno di questi fattori, che come si sa, provengono dall’Isee, porta alla perdita del beneficio.
Per il patrimonio mobiliare per esempio, va considerata si la soglia di 6.000 euro (tra buoni fruttiferi, giacenze conti e libretti, carte di credito o debito e così via), ma si arriva fino a 10.000 euro se la famiglia è composta da 3 o più persone (2.000 euro di limite in più per ogni componente oltre il primo fino a 2.000 euro).
Se presenti figli, la soglia sale di 1.000 euro ogni figlio successivo al secondo. Ed in caso di persone disabili, la soglia sale ancora di 5.000 euro.