Pensioni vecchiaia, età in salita dal 2023, per i nati 1956 si parla di 67,3 anni

Età anagrafica a 67 anni fino al 2022, limite confermato da decreto ministeriale.

Pensioni e aspettativa di vita sono un binomio che non fa stare tranquilli quanti sono, più o meno vicini alla pensione. La paura che da un anno all’altro, le aspettative di vita, vadano ad influenzare i requisiti di accesso alle pensioni, resta comune a molti lavoratori. Stando a quanto riporta un eloquente articolo del quotidiano «Il Sole 24 Ore», fino al 2022 l’età pensionabile resterà a 67. È tramite decreto ministeriale che tale limite è stato confermato. Ciò che spaventa è il futuro, con quello che potrebbe accadere dopo il 2022.

Aspettativa di vita 2017-2018, aumento minimo

A gennaio 2019 è entrato in vigore lo scatto di 5 mesi che ha portato le pensioni di vecchiaia ad una età pensionabile di 67 anni. Una soglia anagrafica valida sia le uomini che per donne. L’aumento deriva dalla stima di vita degli italiani. Infatti è la vita media dei cittadini, la cosiddetta aspettativa di vita, calcolata dall’Istat, ad incidere su molte misure previdenziali e sui loro requisiti di accesso. Per il prossimo biennio, nessun incremento, perché l’aumento della vita degli italiani, definitivamente calcolato dall’Istat per gli anni 2017-2018, è stato inferiore ad un mese.

Ipotesi età 67,3 dal 2023

Per i prossimi 3 anni, alla luce del decreto ministeriale, la pensione di vecchiaia resterà quindi a 67 anni di età, con almeno 20 anni di contributi. La stessa età è valida anche per l’assegno sociale. Nulla cambierà per i lavoratori privi di contributi antecedenti il 1996, per i quali oltre al requisito anagrafico e contributivo,la pensione di vecchiaia si centra con assegno pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale. Congelata a 64 anni con almeno 20 di contributi, anche la pensione anticipata contributiva. In questo caso però, l’assegno deve essere pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale.

In base alle stime pubblicate nel consueto Rapporto annuale sulla spesa previdenziale dello Stato, edito dalla Ragioneria generale, l’ipotesi più gettonata su un eventuale prossimo scatto, sarà nel 2023. Si parla di un incremento di età pensionabile di 3 mesi. In pratica, stando alla previsione della Ragioneria generale dello Stato, da gennaio 2023 potrebbero servire 67 anni e 3 mesi per la pensione di vecchiaia.

Per quanto concerne la pensione anticipata, quella slegata da limiti anagrafici, resta vigente quanto stabilito dal primo governo presieduto da Giuseppe Conte. Nessuno scatto legato alle aspettative di vita per le pensioni anticipate nel 2020 e sarà così fino al 2026. In pratica, si potrà sfruttare la misura una volta raggiunta la soglia di 42 anni e 10 mesi di contribuzione previdenziale versata, dei quali 35 effettivi da lavoro.

Resta confermato anche l’anno di abbuono per le donne, che possono lasciare il lavoro con la pensione anticipata una volta raggiunti i 41 anni e 10 mesi di contributi. Per tutti comunque occorre ribadire che servono almeno 35 anni di contributi effettivi da lavoro.