Pensioni, arriva quota 102: esclusi dalla salvaguardia i nati nel 1960 e 1961

Misure anti scalone di quota 100 in arrivo, ma vanno avanti le discriminazioni sulle pensioni.

La professoressa Elsa Fornero qualche giorno fa intervistata da La Stampa di Torino è tornata a bocciare la quota 100.

Misura iniqua, che grava sui giovani e che costa troppo. A dire il vero la Fornero sulla riforma delle pensioni ha bocciato anche la nuova ipotesi di quota 102, spingendo per utilizzare solo le proroghe di Ape sociale, Ape volontaria, Opzione donna e Rita.

Il governo però sembra orientato a perseguire la strada della quota 102, una specie di quota 100 più elevata come età anagrafica. E si pensa a renderla attiva per un paio di anni.

In pratica, dopo la sperimentazione di quota 100, altra sperimentazione per quota 102. In sostanza le pensioni, sperimentazione dopo sperimentazione tendono ad allontanarsi.

Ma su quota 102 c’è dell’altro, perché se è vero che in effetti una misura del genere ridurrebbe a due anni lo scalone che altrimenti sarebbe di cinque anni, è altrettanto vero che discriminerebbe due generazioni di lavoratori, i nati nel 1960 ed i nati nel 1961.

Pensioni tra quota 100 e quota 102

Quota 100 scomparirà a fine 2021 e per pochi giorni di differenza come data di nascita, la pensione rischia di allontanarsi di 5 anni.

Per esempio, a parità di carriera (38 anni di contributi versati al 31 dicembre 2021), un lavoratore nato nel 1959 nel corso del 2021 (o dopo con la cristallizzazione del diritto), ha potuto sfruttare la quota 100, uscendo a 62 anni. Per chi è nato nel 1960 invece, anche ad inizio 1960, la quota 100 non può essere utilizzata.

Ed è su questi lavoratori che si abbatterà per primo la penalizzazione in materia di pensionamento anticipato. Immaginate due colleghi di lavoro, impegnati sulla stessa linea in fabbrica, uno in pensione a 62 anni, l’altro, senza novità previdenziali, in pensione a 67 anni.

Il primo in vacanza già nel 2021, l’altro nel 2026. Ed è una cosa che non può essere certamente contestata alla quota 100, ma a chi la quota 100 ha deciso di bloccarla.

Una cosa è spostare avanti di qualche mese le uscite, superando la quota 100 in maniera graduale, un’altra è cancellarla di colpo. Si rischia un fenomeno che nella storia può essere paragonabile solo alla vicenda degli esodati della riforma Fornero.

E all’orizzonte il governo pensa ad una quota 102. Onestamente? Una panacea o poco più.

La pensione quota 102, come funziona

Con la quota 102 non si fa altro che innalzare di due anni l’età pensionabile di quota 100. In pratica, con 38 anni di contributi anziché permettere l’uscita a chi ha compiuto 62 anni, lo si permetterebbe a chi ne ha 64.

Per il nato nel 1960, uno sconto di 3 anni sullo scalone, ma pensione solo nel 2024, 2 anni dopo il collega nato nel 1959. Unico vantaggio della misura è a vantaggio di chi pur avendo 62 anni di età compiuti nel 2021, non ha potuto sfruttare la misura perché privo dei 38 anni di contributi necessari. In questo caso verrebbe loro concesso più tempo per completare questi 38 anni.

Resta il fatto che l’orientamento è quello di inasprire l’età per anticipare la quiescenza, anticipandola di 3 anni rispetto alla pensione di vecchiaia e non di 5 come la quota 100, ma lasciando inalterato il pesante fardello dei 38 anni di contributi.