Pensione italiana a stranieri: come funziona, quanto bisogna lavorare

Stranieri comunitari, extracomunitari o rimpatriati nei loro paesi di origine, le regole per le pensioni di chi ha lavorato in Italia

Anche ai lavoratori stranieri la legge italiana concede il diritto alla pensione come per gli italiani e per i comunitari. Le misure loro destinate pertanto sono anche la pensione di vecchiaia e quella anticipata, pensioni dirette ed erogate in base ai contributi versati e non misure assistenziali. Questa sottolineatura è necessaria per capire che il diritto al trattamento pensionistico resta anche se lo straniero torna nel suo paese di origine. Diverso per esempio il caso dell’assegno sociale che non può essere esportato per la sua natura assistenziale e che può essere percepito solo risultando residenti in Italia. Uno straniero residente in Italia regolarmente può ottenere anche le pensioni legate alle invalidità o alle inabilità. In questo caso però occorre un permesso di soggiorno non stagionale. In pratica l’assegno di inabilità o la pensione di invalidità possono essere assegnate a stranieri solo se risultano legalmente residenti o soggiornanti in Italia o se hanno il permesso di soggiorno per asilo o protezione sussidiaria.

Requisiti anche più favorevoli per gli extracomunitari

In linea generale quindi, gli stranieri hanno diritto alla pensione alle stesse condizioni dei lavoratori italiani, anche se risultano rimpatriati. Nello specifico invece, agli stranieri le condizioni di accesso risultano meno rigide. La pensione di vecchiaia dal 2019 si centra con 67 anni di età e con 20 anni di contributi versati. Questo per cittadini italiani o comunitari. Per gli extracomunitari invece, se il primo contributo da lavoro in Italia è successivo al 31 dicembre 1995, la pensione di vecchiaia si centra con 67 anni di età ma anche con meno di 5 anni di contributi. Infatti la pensione per gli extracomunitari rimpatriati è assoggettata al calcolo contributivo, cioè in base al valore del montante contributivo e senza obbligo di rispettare un importo minimo di pensione.

Le regole pensionistiche generali per stranieri

Per gli stranieri, sia comunitari che extracomunitari (anche se rimpatriati), con contribuzione versata antecedentemente il 1996 e quindi soggetti al calcolo misto della pensione servono 67 anni di età e 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia. Per chi invece ricade interamente nel sistema contributivo, cioè con primo versamento a partire dal 1996, esiste una sostanziale differenza tra comunitari, extracomunitari residenti in Italia ed extra comunitari rimpatriati. Per i comunitari o per extracomunitari non rimpatriati valgono le medesime regole dei cittadini italiani. In pratica, pensione a 67 anni con 20 di contributi solo se l’assegno di pensione è pari o superiore ad 1,5 volte l’assegno sociale, cioè circa 680 euro al mese. Senza i 20 anni di contributi o con assegno inferiore alla soglia minima, la pensione di vecchiaia sale a 71 anni di età con almeno 5 anni di contributi.

Per i rimpatriati invece, come detto precedentemente, nessun vincolo di contributi da versare e nessuna soglia minima di pensione da raggiungere. I contributi versati in Italia non danno mai diritto alla restituzione a chi li ha versati, questo per effetto della vecchia legge Bossi-Fini. Per quanto riguarda il trasferimento di pensione, cioè la reversibilità in caso di morte dello straniero rimpatriato, se il pensionato muore dopo aver raggiunto i 67 anni di età, la pensione passa agli eredi con le stesse regole vigenti per gli italiani. Nel caso in cui il decesso sopraggiunga prima del compimento dell’età pensionabile invece, nessuna pensione spetta agli eredi del defunto.

La domanda

Come presentare domanda di pensione? Le regole sono le stesse per tutti, con l’istanza che va presentata all’Inps. Sia la domanda di pensione di vecchiaia che quella agli eredi superstiti prevede l’utilizzo del modello AP50. La sede Inps competente per le liquidazioni delle pensioni agli extracomunitari rimpatriati è esclusivamente la Direzione Inps provinciale di Perugia. La domanda va fatta con le credenziali di accesso ai servizi telematici Inps anche se il richiedente è definitivamente espatriato dall’Italia ed anche se il suo paese di origine non è tra quelli in convenzione previdenziale con l’Italia. Senza le credenziali di accesso occorre rivolgersi al proprio consolato italiano.